I
Tutte le cose nuove
sulla terra e nel cielo
e nel cuore inaridito
dell’uomo
una promessa
apparsa
come aurora di luce
splendidissima
nella tenebra fonda
dell’angoscia;
d’attorno
tutto è fragore di guerra,
bagliore d’incendio,
crepitio di mitraglia,
catene,
torture,
pianto di bambini affamati
di donne violentate,
di vecchi abbandonati,
di corpi martoriati,
sepolti
sotto montagne di macerie,
fra rottami di treni;
voci di morte,
lamenti,
urla,
pianti
sul corpo della Madre Terra martoriata,
umiliata,
colpita,
devastata
da quei figli che lei stessa ha nutrito:
tragedia senza fine
sotto un cielo sereno,
impassibile,
avvezzo al pianto,
ai lutti,
alla morte dell’uomo.
II
Nuove tutte le cose
ha promesso
Dio
dal suo trono
sulla terra e nel cielo
e nel cuore
dell’uomo;
nuovo il pensiero
e la mente
e la lingua
e le mani
e gli occhi
e il cuore
e tutto
nell’uomo;
nuovo il pensiero
per pensare solo
secondo verità;
nuova la mente
per giudicare solo
secondo la giustizia;
nuova la lingua
per parlare solo
che saggezza ispira;
nuove le mani
per costruire solo
opere grandi;
occhi nuovi
per riconoscere e per saper godere
tutto il bene del mondo;
cuore nuovo
come terra vergine
da cui nascano solo frutti buoni
per la vita
per la gioia dell’uomo.
III
Quando avverrà
tutto questo?
Quando porterai,
Signore,
a compimento
la tua promessa?
Noi t’invochiamo,
vieni;
noi t’aspettiamo.
Ogni giorno
guardiamo al vecchio ceppo
per veder se la gemma
è già spuntata;
ogni giorno
guardiamo al secco rovo
per veder se la rosa tenera
è sbocciata;
ogni giorno
scrutiamo i campi arati
per vedere se il grano
è già comparso
e sulla terra arida,
riarsa,
imploriamo con ansia
la grazia della pioggia
e Fonda calda del primo sole estivo
che indori il seme
nella verde spiga.
Nella notte,
all’angoscia che ci strugge,
resistiamo
gemendo,
e t’invochiamo:
vieni!
Vieni Signore, vieni;
vieni Gesù, Signore;
noi t’imploriamo, vieni;
noi t’aspettiamo.