Le Mantellate………….


Le Mantellate son delle suore
A Roma son sortanto celle scure
Una campana suona a tutte l’ore
Ma Cristo nun ce sta dentro a ‘ste mura
Ma che parlate a fa?…
Qui dentro ce sta solo infamità.

“Carcere femminile” ci hanno scritto
Sulla facciata d’un convento vecchio
Sacco de pajaar posto der tu’ letto
Mezza pagnotta e l’acqua dentro ar secchio.

Ma che parlate a fa?…
Qui dentro ce sta solo infamità.

Nell’amore abbi fede ci hanno detto
domenica mattina alla funzione:
cent’anni che me svejo e che t’aspetto
cent’anni che s’è chiuso ‘sto portone.

Ma che parlate a fa?…
Qui dentro ce sta solo infamità.
Le Mantellate son delle suore
A Roma son soltanto celle scure
Una campana suona a tutte l’ore
Ma Cristo nun ce sta dentro a ‘ste mura.

Da un po’ di tempo, ve ne sarete accorti da soli, mi affascina la poesia, soprattutto quella che mi parla del cuore umano, specie se trafitto, umiliato, offeso, come in questo caso, dove una casa di suore che avevano per compito di prendersi cura delle donne che per qualche ragione avevano meritato d’essere chiuse in una casa di pena, si ritrovano al centro d’una casa dalla quale l’unica cosa che manca dentro quelle mura, è proprio lui, il Cristo.

Abbi fede gli han detto domenica alla messa, ma son cent’anni che quel portone, chiuso una volta alle loro spalle, per loro non s’è più riaperto.

Uno dei più famosi canti della “mala”(vita), rese celebri da Ornella Vanoni, da Gabriela Ferri, da un più convenzionale Claudio Villa e da molti altri.

Torneremo molte volte in futuro su questi canti tutti lacrime e sangue. Per imparare che il sangue è sangue e il cuore è cuore, di chiunque esso sia.

Che Dio non ne dimentichi nessuno.

Don Antonio