Venerdì 13 Dicembre 2017 – La buonanotte di don Antonio


Ricordate Renato Rascel in
“è scoppiata la tempesta,
è arrivato il temporale,
chi sta bene e chi sta male,
e chi sta come gli par”?

Beh! altro che tempesta, altro che temporale
Quella che sta per abbattersi sull’Italia nei prossimi giorni: freddo polare, dicono, freddi d’altri tempi!
Temperature sotto di almeno dieci gradi rispetto alle medie stagionali.
Per i media questa è una fortuna, una provvidenza: sono pagine e pagine di giornali, di riviste, di giornali radio e TV che ti piovono addosso come una manna e senza neppure cercarle. Notizie d’oro per gli agenti turistici della montagna italiana. Sai le sciate, le risalite, le fiaccolate sulla neve, i salti dai trampolini… Tutte cose che fanno da traino all’economia e all’allegria degli italiani che se lo possono permettere.
Già, perché poi c’è altra faccia del freddo e della neve: quella cattiva, quella dei barboni che muoiono assiderati sotto i ponti, mal protetti dai loro letti di cartoni sull’asfalto; quella delle metropolitane aperte anche di notte non per le corse dei treni, ma per far da dormitori ai senza casa.
La faccia, soprattutto, dei terremotati nelle baracche, nei tendoni, negli alloggi di fortuna con le temperature a – 20/25 gradi. Magari lassù non si muore, ma il disagio è atroce nel corpo e nello spirito.
Ma che farci? Questa è la vita. E nella vita ha da esserci posto per tutto: per il nascere e per il morire, per il godere e per il soffrire.
Intanto che io sto qui, comodo e caldo “nel mio cantuccio donde non sento” nemmeno il cadere della neve che tutto imbianca e copre e nasconde, perché si veda solo il bello e chi muore non disturbi troppo.
Che Dio ci benedica tutti… se può.
Don Antonio