Lunedì 16 Gennaio 2017 – La buonanotte di don Antonio


17 gennaio: la Chiesa celebra un colosso della santità di tutti i tempi, Sant’Antonio abate. A chi confrontarlo? Pochi ce ne furono come lui. Anzi pochissimi. La sua vita fu nel segno della novità rivoluzionaria: dove rivoluzione non sta per movimento armato per cambiare le cose con la forza fisica delle braccia o delle armi, ma con la sola forza dell’esempio e della pace profonda del cuore e di tutto il proprio essere.
Ne ho parlato ormai tante volte, che non potrò non ripetermi. Speriamo solo che tra chi mi legge fra stasera e domani, ci sia qualcuno che non mi ha mai né letto né sentito parlar di lui.
Antonio era un giovane di Alessandria di Egitto, allora un po’ la nuova Atene (quanto a cultura) dell’intero impero Romano. Per ritrovare un gigante come lui bisognerà forse aspettare san Francesco d’Assisi. Come Francesco, anche Antonio fu un uomo libero: tanto libero che entrato in un’assemblea liturgica dove si leggeva il brano evangelico in cui si racconta del giovane ricco che rinunciò a seguire Gesù perché non se la sentì di lasciare tutte le sue ricchezze (era molto ricco infatti; Mc 10, 17-31 e par.), Antonio non ci pensò due volte: uscito dall’assemblea, andò a vendere tutto quello che aveva, lo diede ai poveri e si dette a servire Dio rinunciando a tutto. Lasciata Alessandria, si rifugiò nel deserto, dove si dette alla solitudine, alla penitenza e alla preghiera. A migliaia lo seguirono in quella vita di durissima ascesi. Una specie di San Francesco ante litteram, egli insegnò una via alla santità adatta solo ai giganti. Altro che protettore degli animali! Antonio fu e resta un colosso della santità come pochissimi altri. Che ci accompagni sempre con la sua benedizione.

Don Antonio