Venerdì 10 Febbraio 2017 – La buonanotte di don Antonio

Finalmente una notizia che infonde ottimismo: Papa Francesco è sereno, riesce a essere anche ottimista e anzi trova perfino che gli italiani abbiano saputo coniare una parola che aiuta a vivere meglio (o almeno a sopravvivere un po’ meno peggio).
Qual è questa parola? Una di quelle che se le avessimo dette noi seminaristi degli anni 50-60 saremmo dovuti rimanere muti per ore per punizione: sulle terrazze o nelle sale di ricreazione dell’antico solenne serio tetro seminario collocato proprio lassù, al centro più
Centro di Perugia, lassù sulla piazza, a scendere verso Maestà delle Volte e il Teatro Morlacchi e l’Arco Etrusco e Palazzo Gallenga.
Appena una parola del genere risuonava nella sala o in strada subito scattava la sanzione: Versiglioni, Coletti, Santantoni, Pignani in silenzio! Una due ricreazioni di fila in silenzio, e mentre gli altri giocavano, tu appartato nel tuo cantuccio, ti rodevi il fegato, crucciato, in attesa di rientrare in studio per fare i tuoi compiti.
E tu che facevi? Come ti difendevi?
Fregandotene evidentemente (lo dicevi ma non era mica vero!), anticipando così Francesco.
O vi meravigliate perché ho scritto questa mezza parolaccia? È vero non vi ricorro spesso, (anzi in genere mai), ma dopo papa Francesco chissà…
Ma che ha detto poi Francesco di così nuovo e sconvolgente? Niente di speciale, poco più che una facezia, questa: che gli italiani hanno coniato una parola che li aiuta a sopravvivere, questa: “menefreghismo”. Se devo essere sincero non la considero un colpo di genio francescano, ma se lo dice Lui… Io però continuerò a impegnarmi al massimo cercando una via fuga dal menefreghismo. Con l’aiuto di Dio.
Vi benedico di cuore. Tutti.
Don Antonio.


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