Oggi è festa bella e carissima alla tradizione
liturgica cattolica dell’Occidente e di quella Orientale ortodossa.
Come spesso accadeva nei primi secoli della Chiesa Maria era vista come la grande Madre e Patrona della Chiesa e dell’intero popolo di Dio. I Concili ecumenici erano i luoghi e le occasioni più preziose per esaltare queste prerogative uniche della Madre di Dio.
Ma questo non è bastato – e chi ha avuto la buona volontà e la possibilità di essere presente alla Messa di questa sera, ha certamente percepito il forte e preoccupato dolore che ha accompagnato le mie parole nei due brevi interventi nel corso della celebrazione: quelle ispirate dalle parole stesse di papa Francesco, quando ha dichiarato di sentirsi “disperato” davanti alla visione di una Chiesa sempre più lasciata sola proprio da quelli che dovrebbero rappresentare tutta la sua forza e la sua sicurezza: preti, religiosi e religiose. Se in questi ultimi pochi anni la fuga dei ministri uomini è stata seriamente costante (– 2500 uomini consacrati in meno), la fuga delle donne consacrate è stata una vera Waterloo: ben 10500 suore in meno nel mondo intero con conventi e monasteri in vendita per essere trasformati in centri di attività commerciali col pericolo che si miri solo a far guadagnare denaro e ricchezza ai vecchi proprietari.
Con questi gravi pensieri ho celebrato la mia Messa del giorno davanti a una ventina di fedeli. Davanti a loro ho invocato la sua benedizione su tutti i presenti e su tutta la mia parrocchia. Benedizione che ora rinnovo per ognuno di voi che mi leggerete.
Don Antonio
Giovedì 2 Febbraio 2017 – La buonanotte di don Antonio
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