Stasera vi dirò di un proverbio cinese……….


Stasera vi dirò di un proverbio cinese, in assoluto il mio proverbio preferito, che cito spesso quando parlo o scrivo. Eccolo: “La fede è quell’uccello che canta quando la notte è ancora fonda”. Meraviglioso!
Esso mi ricorda che quando tutto sembra dimenticarsi di me; quando, in una notte illune o di burrasca, tutti i miei sogni sembrano svanire e che nessuno sembra più curarsi di me, può bastare poco a ricordarti che la gioia può venirti anche solo da un usignolo che con i suoi gorgheggi sembra dirti “coraggio, anche questa notte passerà”.
Forse risponderai: “Sì, ma a me questo silenzio fa paura?”. Allora ascolta bene: e sentirai una voce (quella della fede) che ti risponderà: “Ama il tuo silenzio, amalo: come faresti a sentir la mia voce se fuori e dentro di te il chiasso la coprisse, annullandola?”. Dono sublime è il silenzio e chi più di Dio è sublime?
Oh, se l’uomo ritrovasse il gusto delle “voci di dentro” che solo nel silenzio si possono ascoltare. Prima, fra tutte, la Tua voce, o Dio!
E poi la voce dei nostri morti, la voce dei lontani, la voce della coscienza e quella dei ricordi, dei baci del passato, dei sogni del futuro, delle speranze di ieri, e quella dell’apprensione per l’incerto domani, quella del salutare rimorso e quella bruciante del pianto… e quella esaltante delle tante risate che il buon Dio ci concede.
Avevo 23/24 anni, quando al bosco del Barone, in Sabina, dopo una giornata felice all’aria aperta con la mia camerata del seminario, scrissi e cantai questi versi: “ “Ed al Barone se andrete / echeggiar risa udirete: / ma le risate più belle di tutte /son quelle lasciate da me.
Grazie usignolo gentile: che ogni tanto me le fai risentire.
Don Antonio