Sabato 31 Dicembre 2016 – La buonanotte di don Antonio


M’han detto che l’han visto passare a circa tre fusi orari e mezzo da qui. Il passo era svelto e sicuro, e non accusava fatica alcuna.
Di chi parlo? Dell’Anno Nuovo naturalmente. A differenza che per un figlio di donna il condotto vaginale che l’Anno Nuovo deve percorrere prima di finir di nascere, è lungo qualcosa come 40.000 chilometri che egli copre in 24 ore esatte (o quasi). Da noi sarà a mezzanotte precisa. Ancora un po’ di pazienza: vedrete che arriverà! E noi l’accoglieremo a tappi di spumanti in faccia che lui saprà bene evitare. Questo è ciò che sarà.
Intanto però qualcosa è già stato. Per esempio abbiamo già dato l’addio all’Anno vecchio con una bella Messa assai partecipata.
Il clou però sarà a mezzanotte: i tappi di spumante che volano, i baci si sprecano, i telefonini impazziscono, e tutti parlano, ridono e piangono di contentezza. Fateci caso in genere gli addio mettono un groppo in gola; qui invece tutti sono ansiosi di potersi dire l’un l’altro: ciao, siamo tutti un anno più vecchi.
E giù a ridere, a mangiare, bere, cantare a volontà.
Poi però guardandoci meglio intorno ci accorgeremo che qualcuno quest’anno manca che l’anno scorso c’era…per Bacco è vero! Allora guardiamo meglio:.. eh sì, è proprio vero… guarda, manca l’Agatina, e anche Gegio… e la Gelsomina che voleva arrivare a 100 anni, e la Nicoletta… ahimé, tanto giovane ancora e che lascia due figlie… e Gilberto il falegname, e i due Fioravanti, Peppino e Ascenso, due di quelli che erano andati a cercare lavoro altrove.
Ebbene a voi diciamo buongiorno, fratelli e sorelle nostre, nel vostro giorno eterno. Esso vi riservi più gioie di quelle che ha saputo darvi la terra. E come noi preghiamo per voi, così voi pregate per noi, che tutti insieme si possa fare un giorno un gran bel girotondo sulle nuvole bianche che vi nascondono ai nostri occhi.
A rivederci per sempre. In Paradiso.
Don Antonio