Sabato 29 Ottobre 2016 La buonanotte di don Antonio


Ieri vi ho dato un testo da leggere, un testo che mi era piaciuto molto. Era il testo di una canzone cantata da Elvis Presley, su parole e musica di Shirl Melete.
Elvis Presley: non c’è davvero bisogno che vi dica “chi era costui”: lo straripante cantante rock, the King, ovvero il re del rock’n roll, per il quale a centinaia di migliaia i suoi, ma soprattutto le sue giovanissime fan venivano colti da vere crisi di isterismo collettivo durante le sue esibizioni.
Morto a soli 42 anni, disse di sé stesso: “tutti i sogni che ho fatto da bambino si sono realizzati almeno un centinaio di volte”. Consumato dai suoi innumerevoli eccessi di ogni tipo, dette ragione a quel saggio greco che consigliava di non dire mai nessuno beato, finché non si sarà saputo come è morto. Più belloccio che bello, era dotato d’una splendida voce forte, “corposa”, sensuale, e d’un talento musicale sconfinato.
In questa canzone, Life (Vita), egli offre un’affascinante sintesi della storia del mondo, dove Bibbia e mito si fondano in maniera davvero seducente. Assai frequenti i titoli religiosi nel suo repertorio musicale , soprattutto “Gospel” e “spiritual”.
Affascinato da quelle parole e da quella voce, mi son detto: aveva ricevuto mille talenti; quanti ne avrà riportati al buon Dio? Quanti ne avrà buttati via in vizi, sprechi e spese folli per soddisfare la sua smisurata quanto insensata vanità? Morire a 42 anni, da solo, nel bagno di casa dove era entrato 4 ore prima… a chi si potrebbe augurare? Così morì “Elvis the pelvis” che aveva buttato via tutto quello che aveva ricevuto da Dio. Ora che Dio lo perdoni e gli trovi un posticino nel suo regno: i suoi Gospel piacerebbero anche agli angeli e ai beati.
Don Antonio