Sabato 10 Dicembre 2016 – La buonanotte di don Antonio


Oggi, domenica III d’avvento, è una giornata di luce,
di gioia, di letizia piena nel Signore. Ha anche un nome tutto suo: “Domenica Gaudete”, o “Domenicagioite”.
Una volta, infatti, era la domenica in cui l’austerità dell’Avvento si addolciva nella gioia del “Rallegratevi nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi” (Fil 4,4)
E perché poi dovremmo rallegrarci? Cosa c’è oggi di più allegro rispetto a ieri? Non è sempre lo stesso povero mondo fondato sull’ingiustizia e sull’egoismo, sulla violenza e sul terrore: dove per una irrisoria minoranza di super fortunati, per alcuni pochi che vivono senza problemi, la grande maggioranza del genere umano vive ancora nell’indigenza, nella povertà, quando non nella miseria più disperata?
E in questo quadro del tutto sconfortante, come potremo raccogliere l’invito della liturgia che ci esorta a rallegrarci, addirittura a gioire?
La risposta è facile: viene dalla nostra fede nel saperci amati da Colui che è venuto a prendere su di sé la nostra sorte, perché noi possiamo condividere la sua: la sua eterna gloria.
Perché la liturgia fonda il suo invito alla gioia sulle parole dell’apostolo Paolo che addirittura ci invita a fare in modo che la nostra letizia sia non solo visibile, ma addirittura “contagiosa”, sì che tutti, vedendoci, abbiano a chiedersi: ma che hanno costoro da essere così lieti?
Sì che, se qualcuno volesse davvero chiedercelo, noi possiamo con verità rispondere: “perché il Dio della gioia ci ha visitato; e da quel giorno la gioia è la nostra sorte per sempre. Ma ci vorrebbe che tutto in noi sapesse esprimere gioia. E in quella gioia vi benedico.
Don Antonio
PS. Sono certo che qualcuno penserà: senti chi parla!
Avreste ragione. Cercherò di ricordarmene.