Lunedì 12 Settembre 2016 – La buonanotte di don Antonio


12 anni fa, 12 settembre 2004, alla stessa ora in cui
vi scrivo, stava per avere inizio la notte più lunga e più brutta della mia vita: fra un paio d’ore mi sarei risvegliato dopo il lungo sonno procurato dall’anestesia che chissà quanta me ne hanno scaricata addosso. Intanto il mio vecchio fegato aveva già lasciato posto al nuovo.
Cosa ricordo di quella prima volta? Ciò che ricordo è solo la sete: atroce, crudele, e il mio disperato chiedere acqua che mi veniva sempre negata, e quando me la davano era poche gocce in una spugna come un caramella., che mi sentivo un po’ come il ricco epulone all’inferno nella parabola di Gesù. Ma quando sorse il sole e l’acqua mi venne ridata col bicchiere, capii che la nuova vita aveva inizio, A vostro danno però, perché ora eccomi qui, a commentare per voi la frase di cui ci ha fatto dono ieri sera Madre Teresa (io continuerò a chiamarla sempre così) e che riporto per vostra comodità:

“Qual è la peggiore sconfitta? Scoraggiarsi!”.

Andava bene ieri per gli sportivi: oggi va bene per tutti noi.
Fu così anche per me: da quella notte in poi per almeno due o tre mesi dovetti mettercela tutta per ritrovare una qualche libertà di movimento. Ogni giorno contavo i passi che ero riuscito a fare, prima nei corridoi della clinica stessa, poi nella casa delle Suore che mi ospitavano, poi nel loro giardino: un percorso perfetto, con un tratto pianeggiante, poi la discesa e salita, salita e discesa. E quando riuscii a fare tutto intero il viale, andata e ritorno 250 metri, lo annunciai quasi fosse un record. Ogni giorno più strada, ogni giorno più sicuro, ogni giorno più determinato a vincere la sfida. E la vinsi.
Ed ora eccomi qui, a parare altri colpi del destino come quello da cui non sono ancora uscito del tutto.
Ma intanto posso ancora augurarvi la buona notte, e continuerò a farlo, finché non griderete: basta!
Intanto Buonanotte e la Benedizione di Dio.
Don Antonio