Il mondo occidentale è cristiano?


La domanda del titolo non è mia. Èdi Erich Fromm, contenuta in uno dei suoi libri più celebri, Avere o Essere. Nato in Germania, ma vissuto per lo più negli USA, autorevole psicanalista, negli anni caldi della contestazione i suoi libri (Avere o Essere?, L’arte di amare, Fuga dalla libertà, ecc.) furono una sorta di altrettanti breviari per quella straordinaria generazione, al pari del Libretto Rosso di Mao Tze Dong, di On the road di Jack Kerouac, delle canzoni dei Beatles e di Joan Baez, del rock’nroll di Elvis Presley, dei film di Marlon Brando e di James Dean, del mito del Che Guevara. Tutte voci e volti e miti che valsero a dar vita a quell’indimenticabile, irripetibile, esaltante e insieme devastante momento storico e culturale che va sotto il nome di Sessantotto, dopo il quale nulla fu più come prima.

Immagino che più d’uno avrà arricciato il naso sulla parola devastante. La verità è che l’eredità di quegli anni non fu affatto indolore: basti pensare ai cosiddetti anni di piombo, e al definitivo tramonto del miracolo economico. L’Italia che la seguì, non fu degna della prima.

Tornando alla domanda del nostro titolo, essa conserva tutta la sua attualità ancora oggi, in cui abbiamo già visto cadere talmente tanti di quegli aquiloni che avevano riempito di sogni il nostro cielo, che ora esso ci sembra triste desolato e vuoto.

È Fromm stesso che risponde alla sua domanda: «Nonostante la risposta affermativa che di solito viene data a questa domanda, un’analisi più attenta comprova che la conversione dell’Europa al cristianesimo è stata in larga misura fittizia e che si potrebbe tutt’al più parlare di una limitata conversione al cristianesimo fra il XII e il XVI secolo, mentre per i secoli precedenti e successivi la conversione è stata, per la stragrande maggioranza dei casi, soltanto una conversione all’ideologia, oltre che una sottomissione, più o meno effettiva, alla Chiesa: essa non ha comportato un mutamento interiore, cioè della struttura caratteriale, eccezion fatta per un certo numero di movimenti effettivamente cristiani». Concluderò le mie citazioni di Fromm con questo secondo brano: «In effetti, se la storia europea si fosse svolta secondo lo spirito del XIII secolo» (non si dimentichi che fu il secolo di san Francesco, san Bonaventura, san Tommaso d’Aquino e di papa Celestino, quello del “gran rifiuto”, – la nota è mia–) «oggi potremmo trovarci in una situazione privilegiata: ma la ragione ha cominciato ben presto a deteriorarsi, trasformandosi in intelligenza manipolatoria, mentre l’individualismo cedeva il passo all’egoismo. Il breve periodo di cristianizzazione si concluse, e l’Europa ripiombò nel suo originario paganesimo”. Quello nel quale anneghiamo tuttora (anche questa nota è mia).

Immagino che a molti cattolici di “stretta osservanza” le parole di Fromm non piaceranno affatto,  né io me la sentirei di sottoscriverle parola per parola. Dispiace soprattutto che esse non salvino almeno i primi tre secoli della nostra storia. Ma come non concordare con esse quando denunciano la verità macroscopica e tristissima d’un Occidente (tutto, o quasi, battezzato e dunque anagraficamente cristiano), che vive in realtà un cristianesimo schizofrenico e dissociato da far pietà? Si pensi solo a un fatto: nella Chiesa cattolica italiana si nega la comunione eucaristica a chi, per motivi spesso oggettivamente gravissimi, ha dovuto por fine a un matrimonio divenuto insostenibile, nel tentativo di rifarsi un’altra vita, finalmente umana. Ma la stessa comunione si concede senza batter ciglio a milioni di bestemmiatori incalliti, che in casa davanti ai figli, in strada, al bar, allo stadio (insomma dovunque!) fa strame della propria fede bestemmiando il nome di Dio con i vocaboli più schifosi e ripugnanti. Misericordia riservata loro solo per essersi inginocchiati o seduti davanti al confessore per dirgli più o meno così: “mi sono confessato l’anno scorso a pasqua. Peccati nessuno, solo qualche bestemmia in atto di rabbia e qualche messa persa la domenica”. Il confessore sa bene che tutto questo è solo una farsa, ma fa finta di crederci e il penitente se la cava con un fervorino e tre pater ave gloria, detti i quali il penitente va tranquillo a fare la sua comunione. Uscito poi di chiesa ricomincia la sua litania di bestemmie che durerà esattamente fino alla prossima pasqua. Se questa è fede!

Sembra che la bestemmia sia quasi un’esclusiva cattolica. Cosa possono pensare di noi i musulmani della porta accanto? Corrono voci che Cristo, fuggendo da Eboli, abbia chiesto asilo e protezione al Vaticano del buon papa Francesco. Ma anche lì, più d’una volta, qualcuno giura d’averlo visto che si turava il naso e si tappava le orecchie.

 

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