Giovedì 13 Ottobre 2016 – La buonanotte di don Antonio


L’Anno Santo, grande “invenzione” di Bonifacio VIII, papa non certo amatissimo dai contemporanei e dagli storici della Chiesa, non fu un’idea nata così, per caso.
Il papa l’aveva desunta da un precedente importante, che noi conosciamo dall’Antico Testamento, da quella parte di Bibbia che parla di ciò che accade nella Terra promessa (allora Palestina, oggi Israele) prima della nascita di Gesù.
In quell’epoca non si parlava di Anno Santo, ma di Giubileo, parola di cui ieri vi ho spiegato sia l’etimologia sia il significato. Per comodità lo ripeto anche qui: espiazione e gaudio. Cioè, gioia per il perdono ricevuto: espiazione come penitenza e sacrificio per i peccati commessi, gaudio per aver ritrovato la pace con Dio.
Nell’Antico Testamento, il Giubileo si celebrava ogni 50 anni, ed era qualcosa del tutto diverso dal nostro.
Con il Giubileo (che aveva una funzione assai più sociale che religiosa) era come un “ricominciare daccapo”. Per esempio: se in quei cinquanta anni uno era diventato schiavo di qualcuno, col giubileo tornava a essere libero; se per bisogno aveva venduto un pezzo di terra o una casa, col giubileo la casa e la terra ritornavano all’antico proprietario; se per miseria avevi venduto un figlio o una figlia come schiavo/a o servo/a, essi tornavano in famiglia. Perciò nello stabilire il prezzo, questo era tanto quanto più lontano era il Giubileo.
Direte: ma che mondo era?
Era il mondo di Israele, e l’idea non era neppure malvagia: serviva a trasmettere fiducia e speranza nel futuro.Un giorno finirà e io tornerò libero, oppure la mia casa tornerà a me.
Non vi piace? Fate voi. A me non pare malvagio, perché metteva l’uomo e non il guadagno al primo posto. Il giubileo cristiano è un ridare speranza ai peccatori. Una gran cosa, secondo me. Vi benedico.
Don Antonio