Amo molto visitare i miei defunti,…..


Amo molto visitare i miei defunti, specie di notte, quando l’unica voce che si può ascoltare è quella del silenzio. O quella del vento, quando c’è. Ciò vale per l’estate, naturalmente, proprio no per l’inverno. Non amo il freddo, e se non ho altra scelta, la visita è brevissima. Pochi minuti, giusto uno preghiera mia per loro, una preghiera che io chiedo a loro per me, poi subito in macchina.
Qualche volta, anzi, non scendo neppure dalla macchina. Resto seduto lì dentro, al caldino, tanto so che mia madre mi direbbe: “Tonì, non fa’ imprudenze. Guarda che se ti ammali, poi è peggio per tutti”. In genere su questo gli dò ragione e me ne resto lì, buono al calduccio, come un figlio obbediente.
Che ci diciamo? A volte poche cose, giusto una preghiera, altre volte una confidenza, altre una preghiera, altre volte un consiglio.
Non chiedo mai per loro “l’eterno riposo”. Non mi piace pensarli addormentati. Mi piace saperli vivi, desti, che pregano per me, che godono della gloria di Dio che spero tanto possano già vedere, che se non fosse, allora la mia preghiera sarebbe questa: “L’eterna gloria dono a loro (a lei, a lui) Signore; risplenda loro, già fin d’ora la luce eterna nella tua eterna gioia”.
Poi,quando tutto è stato detto, riaccendo il motore e via, verso il mio mondo, che neppure per quanto ancora sarà il mio.
Qualche volta all’anno (dalle cinque alle dieci volte l’anno e solo se è molto tardi), al ritorno scendo per la costa di Ripabianca, e mi fermo davanti ai due cancelli del cimitero, e mando una preghiera e una benedizione a tutti i nostri morti, e dò anche a loro un arrivederci). Poi un po’ di gas, a tutti un “a presto in cielo”, e via, verso il mio mondo dove la vita continua.
A tutte voi, Anime care, buona notte!
Don Antonio