È freddo governo ladro, si sarebbe detto una volta, come se il governo avesse qualcosa a che fare col freddo. Ma vuoi mettere potersela prendere con qualcuno anche se non c’entra niente?
E freddo lo fa davvero, che per uno come me è proprio quello che ci vuole per farmi fuori del tutto. Ma con tutta la ghigna che abbiamo, stiamo dimostrando che neppure il freddo basta a far stare a casa chi il suo Natale vuol viverlo davvero secondo cuore e tradizione.
Ed ecco che alle nostre Messe “di sfollati in casa” la nostra gente continua a venire malgrado tutto: gente anziana e gente meno anziana, tutti ugualmente decisi, determinati a esserci, a non mancare, sicché in questi ormai cinque giorni dopo il Natale, mai siamo stati meno di dieci alle nostre Messe dette in casa.
E domani sarà la fine dell’anno astronomico, la notte dei botti coi tappi di spumante (speriamo solo questi), degli auguri scambiati o di persona fra chi c’è, o via telefono con chi è lontano. Tutti diranno “anche ’st’anno ce l’abbiamo fatta, anche stavolta siamo qui” e si sentiranno felici, tutti, come d’un traguardo raggiunto, d’una vittoria conseguita.
Io sarei uno di quelli che quest’anno dovrebbero far saltare tappi d’oro e magari accendere un cero a qualche Santo per avermi portato sin qui. Ma io il mio cero l’accenderò più volentieri perché quel Santo mi aiuti a non sprecare quest’altro dono di Dio, a farlo fruttificare per me e per gli altri e per ritrovarmelo in cielo.
Con questi sentimenti vi saluto, vi auguro una bellissima notte e vi benedico di cuore.
In più vi lascio una parola del grande Dag Hammarskjold, su cui riflettere, adattissima a questo momento dell’anno:
“Per tutto il passato, grazie; per tutto il futuro sì”.
Don Antonio (che vi vuol bene. Tanto!).
Così sia per me, o Signore.
Venerdì 30 Dicembre 2016 – La buonanotte di don Antonio
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