Stasera vi racconterò la predica che ho fatto al Santuario. Parlavo del Natale naturalmente, e dei natali che ho vissuto io da ragazzino, dai sei ai dodici anni, più o meno, prima cioè d’andare in seminario. Natali (con la maiuscola) umili, semplici… poveri anche, scandalosamente poveri davanti ai ricchi natali, anche scandalosamente ricchi dei nostri tempi.
Mi aspetto l’obiezione: “ah don Anto’, ma dove vive lei? Dove li vede lei, ai nostri giorni, sti natali scandalosamente ricchi? Oggi non si sciala più, oggi si fanno i conti al centesimo prima di spendere, e il natale non fa eccezione.
È vero: oggi ci riconosciamo tutti nel proverbio che mi citava spesso mia madre: “chi ha una moglie bella sempre canta; chi ha pochi quattrini sempre conta” (questo però in chiesa non l’ho detto, non mi pareva il caso).
Questo del resto risulta anche a me, ma non mi dò per vinto, e poi con la fede, l’arte, la musica e la fantasia io posso spezzare ogni catena e liberarmi da tutti i lacci che ci hanno gettato addosso i cacciatori di frodo.
Così fate anche Voi, amici che mi leggete: in questi santi giorni lasciatevi rapire dalle figure, dalle parole, dalle musiche e dalla magìa del Natale: che non si risolva tutto in un’abbuffata, e in pigro pomeriggio sdraiato a dormire su un divano, sì che alla fine dici: “beh? tutto qui ‘sto Natale?”.
Io, il mio Natale sarà una festa di presepi e di luci, di colori e di musiche, e un piccolo albero di Natale dove tutto salta e il mondo vive sospeso, fra vecchi timori e rinnovata speranza. E che Gesù, venendo, ci trovi pronti sulla porta ad aspettarlo. Ed entrando da noi ci benedica.
Don Antonio
Domenica 18 Dicembre 2016 – La buonanotte di don Antonio
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