Venerdì 25 Novembre 2016 – La buonanotte di don Antonio

Mentre a Deruta si celebra la solenne liturgia di Santa Caterina d’Alessandria, patrona di Deruta e di un gran numero di altri centri grandi e piccoli, io mi devo accontentare di star qui a scrivere di lei, per motivi prudenziali per una salute che pur non presentando più motivi di drammaticità, non mi permette ancora di considerarmi guarito, né immune da ogni pericolo di ricaduta.
Mi farò allora rappresentare a quei festeggiamenti da questo povero profilo letterario che dedico in particolarmente al suo Parroco che mi aveva gentilmente invitato.
Il culto di Santa Caterina d’Alessandria ha goduto, soprattutto nel Medioevo, d’una straordinaria diffusione in tutta Europa. Nata ad Alessandria d’Egitto, fu subito notata per la sua bellezza e per la sua sapienza, tanto che si narra che spesso i suoi contraddittóri finivano col convertirsi al cristianesimo. Fu proclamata patrona dei “legisti” (giurisprudenza) di Padova e di Siena e addirittura compatrona della Sorbona di Parigi. La leggenda (le notizie veramente storiche sono molto scarse su di lei, e non manca chi dubita della sua stessa esistenza) la vuole desiderata dallo stesso imperatore al quale la giovane ripetutamente si rifiutò. Sdegnato, il sovrano la fece condannare al supplizio della doppia ruota dentata, (lei distesa su una tavola e una ruota dentata che girando le passa sul corpo strappandole la carne a brandelli) ma il Signore la liberò spezzando in due la ruota. Nella foto, dal Giudizio di Michelangelo nella Sistina, si vede chiaramente la ruota spezzata e i denti ricurvi che avrebbero dovuto straziarla.
Finalmente l’imperatore la fece decapitare. Una leggenda narra di un prodigioso trasferimento delle sue reliquie da Alessandria sul monte Sinai, dove tuttora esiste un monastero che porta il suo nome.
Termino invocando la sua benedizione su Deruta e su voi che mi leggete. E un po’ anche su di me: non mi farebbe male.
Don Antonio


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