Oggi vi propongo un bel pensiero di Albert Camus, scrittore di lingua francese, nato in Algeria (1913), Premio Nobile per la letteratura, autore di romanzi celebri come “lo straniero” e “la peste”, morto a soli 47 anni. Ecco la frase: «Cristo è venuto a questo mondo per affrontare due problemi che la filosofia non risolverà mai: Primo: perché soffro? E, secondo: perché nasco con appeso al collo il cartello ‘condannato a morte’?. Gesù li ha presi su di sé, quindi li ha sacralizzati».
Camus, neanche a dirlo, non era cattolico e il suo apprezzamento su Gesù è quello di altri non credenti come J. E. Renan, francese, biblista e storico delle religioni e del cristianesimo (†1892), il quale, avendo perso la fede nel Gesù figlio di Dio, amò in lui profondamente “il più bello tra i figli dell’uomo” (Sal 44,3).
Ma torniamo a Camus e ai due problemi che egli si poneva e a cui solo in Gesù di Nazaret ha potuto trovare risposta. Domande che tutti noi ci siamo posti, prima o poi, nella vita.
Ed ecco la risposta che io renderei così: chi dona la vita, non può volere la morte. Ma, ahimè, non può nemmeno sopprimerla. La morte, come il dolore, è scritto nel nostro codice genetico. “Darai la vita nel dolore”, “avrai cibo solo con il lavoro delle tue mani”, e quando avrai fatto tanto, dovrai lasciare tutto a chi verrà dopo di te.
Detto così si direbbe un progetto di esistenza da disperazione. Ma ecco comparire Gesù sul tetro orizzonte che ci si parava davanti.
Egli farà suo il tuo lavoro, le tue sofferenze saranno le sue, il tuo patire lo porterà con sé sulla sua croce, il tuo corpo lo farà seppellire col suo nel suo stesso sepolcro, e il terzo giorno ognuno di noi risorgerà con lui nella gloria..
Mica bello? Anzi bellissimo.
E con questo vi do la buona notte e vi benedico tutti.
Don Antonio
Domenica 20 Novembre 2016 – La buonanotte di don Antonio
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