Venerdì 18 Novembre 2016 – La buonanotte di Don Antonio

Ecca una bella frase di Alda Merini, sensibilissima poetessa e scrittrice:

“Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso…”.

Quante volte nella mia vita mi è capitato di dover pensare e dire questo delle mie conoscenze e delle mie amicizie.
Di molte di loro ieri neppure sapevo che esistevano, oggi il loro pensiero, il loro volto, o una loro parola mi perseguita e non saprei fare a meno di pensarle, di cercarla, di attenderle, di sperare che il prossimo squillo di telefono sia loro, che chi bussa alla porta sia uno/a di loro, che mi pensino, che desiderino anche loro di vedermi, come io desidero rivederli/e.
Voi direte: Don Antonio, ma che fa “coming out”? Si confessa con noi? O vuol dire che ha amato anche lei? Non ci dirà speriamo che…
State pure tranquilli non vi dirò niente di esplosivo, non preparate né la forca né il rogo, e neppure la verga e tanto meno la croce. Non avreste cuore di usarli.
Ma è pur vero che di tante persone che per caso ho incontrato, non sapendo neppure che esistevano e che poi mi sono diventate sì care che non avrei mai saputo rinunciare ad esse. Parlo di quelle amicizie, di quelle affinità spirituali che uniscono pur rispettando l’intimità, l’individualità e la libertà l’uno dell’altro.
Fare dei nomi: ne farò due, entrambi di uomini: Don Arsenio Ambrogi, mio parroco, e mons. Antonio Fedeli, che in tutti i modi mi incoraggiò ad andare a studiare a Roma.
Quanto alle donne, dirò solo una cosa: senza alcune di loro, e non furono poche, forse io avrei ben presto lasciato libero il mio posto di prete dopo la morte di Mamma e durante la mia “luna di fiele”. Ma ci furono loro, e il mio sacerdozio fu salvo.
Grazie Alda, per avermi dato occasione di soffiare su un fuoco che senza un aiuto, rischierebbe ogni giorno di spegnersi.
Dio ci benedica tutti
Don Antonio


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