Martedì 1 Novembre 2016 La buonanotte di don Antonio

Carissimi amici lettori, oggi sono stanco davvero. Con un fisico non ancora del tutto rimesso dalla recente legnata subita; con la tensione di questi giorni in cui ti senti dire che la tua chiesa ha subito lesioni di una certa gravità e comunque serie; con una preparazione di messa e di altare che di solito richiede 15-20 minuti e adesso, dovendo celebrare all’aperto, ti richiede dalle due alle tre ore; con una processione al cimitero, (naturalmente in salita seno che gusto c’è?) e il giro di quasi tutte le tombe, a una a una, dove sai che lì dentro c’è tutta gente che hai conosciuto, stimato e amato perché t’hanno aiutato tanto, e ora son tutti lassù, dove ormai devi cercare la tua prima e più vera parrocchia, quella su cui potevi contare, che bastava un fischio che tutti correvano a lavorare, fare, riparare, abbellire, completare, ma anche a cantare, ridere, bere, mangiare e cantare, e ora son tutti lassù, sul fianco d’un poggio dove a farla da padrone son solo il vento, il sole e la pioggia, più raramente la neve, ma soprattutto il silenzio… il silenzio… il silenzio…!, proprio quello che oggi mancava perché ognuno di noi aveva giustamente qualcosa da dire a chi da un anno non vedevi più, perché li rivedi solo per i morti una volta all’anno.
Poi ancora una Messa al Santuario, anch’essa all’aperto, ma con poca gente perché oggi una persona bennata, va sempre a trovare i suoi morti. A tutto questo aggiungete la mia cronica mancanza di voce e la festa è completa, e io posso darvi la mia buonanotte e la mia benedizione. A domani.
Don Antonio


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