Ieri concludevo la mia riflessione serale con queste Parole: “E ora perché Dio li ripaga così? Che colpa mai hanno commesso?”. Si parlava del terremoto e delle sue vittime, tante (297) in quella terribile prima ondata di scosse che, avendo preso tutti alla sprovvista, ha potuto falciare vite umane come una falce pareggiava un tempo “tutta l’erba del prato”. Parole famosissime, queste di Alessandro Manzoni, quando racconta, nei Promessi Sposi
L’episodio straziante della madre di Cecilia.
Allora era la peste a fare migliaia di vittime, oggi per noi è il terremoto, ma sempre vittime sono: erano bambini, madri, padri e nonni: tutti uomini erano. Con due differenze importanti: che se la peste fa milioni di vittime, il terremoto rarissimamente (e mai da noi in Italia) ha fatto più d’un milione di vittime, ma in compenso la peste lasciava intatte le case, mentre il terremoto si porta con se anche quelle e ci lascia anni e anni di sacrifici di disagi, di vita disagiata in tende, baracche o case di fortuna: i più fortunati in albergo, ma lontani da casa, dove han lasciato il cuore e tutti i loro affetti.
E Dio, che faceva? Faceva come le stelle di Cronin “che stanno a guardare”? E perché solo a guardare? Perché non si sporca le mani per salvarci? Siamo o non siamo suoi figli? Lo siamo, certamente, ma non è Dio che deve imbrigliare la natura, ma l’uomo: Dio gli ha fatto dono del miracolo della natura, ma è l’uomo che deve imparare a gestirla, non a sfidarla, ma rispettando in tutto le sue leggi, costruendo a regola d’arte, regolando e non snaturando il corso dei fiumi e delle acque, senza sfiancare la terra e le sue montagne. Serve far bene prima. Piangere dopo non serve. A tutti voi che mi leggete, benedizione.
Don Antonio.
Lunedì 31 Ottobre 2016 – La buonanotte di don Antonio
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