Mercoledì 28 Settembre 2016 – La buonanotte di don Antonio


Io sono solito dividere l’anno solare in due parti: quella che mi piace e quella che non mi piace. Quella che mi piace va dal 21 dicembre (solstizio d’inverno) fino al 21 giugno (solstizio d’estate); quella che non mi piace va dal 21 giugno al 21 dicembre. Parti uguali.
Io preferisco proprio la prima perché si comincia dal peggio, dal grande freddo e dal grande sonno, ma tu sai bene che non saranno né l’inverno né il grande sonno a trionfare, perché verrà la Pasqua e tutto nel tuo mondo risorgerà: gli alberi prima gemmeranno, poi fioriranno e porteranno frutti, e il maggio ci donerà le sue rose e il giugno ci darà le giornate più lunghe… e sarà vita piena.
La seconda comincia invece con un caldo che ti sfianca, poi sfuma nel più mite settembre e nelle fiammeggianti ottobrate (quando ci sono), ma già incominci a pensare che ecco, adesso viene l’inverno, e il grande sonno e la natura già si rimbocca le coperte per il grande sonno, e per due mesi, se non vai a sciare, avrai ben poco da godere.
E allora pensi che così è la tua vita, dall’età adulta in poi: pensi che il meglio finirà e poi sarà l’inverno, e il grande sonno, immagine del sonno eterno.
Al contrario nella prima metà
Sono un po’ Pulcinella? Forse: anche lui piangeva quando c’era il sole perché pensava che dopo il sole viene la pioggia, e rideva quando pioveva, al pensiero che dopo la pioggia viene sempre il sole.
E poi, non siamo un po’ tutti Pulcinella?
Madre Teresa no, non era Pulcinella lei: tutti i giorni per Lei erano uguali: aveva Dio da amare, i suoi poveri da sfamare, i suoi malati da curare, i suoi moribondi da accompagnare con l’ultimo sorriso.
Ma Lei era Madre Teresa e io sono solo un povero don Antonio qualsiasi che però vi benedice di cuore.
Stasera come sempre.