Oggi la chiesa celebra “L’esaltazione della Santa Croce”, strumento di morte che, in virtù di Colui che su di essa morì, divenne al contrario simbolo di vita eterna.
Origine della festa un racconto, fra lo storico e il leggendario, del ritrovamento di quei legni sul Golgota, sotto una decina di metri di terra, nel luogo che la tradizione indicava come luogo sul quale era stato Crocifisso lo scomodo Profeta galileo.
Si racconta dunque che Sant’Elena, la madre cristiana dell’imperatore Costantino, non ancora battezzato ma apertamente favorevole alla nuova religione, venuta a sapere della tradizione che voleva il legno della croce seppellito proprio nello stesso punto in cui era stata confitta in terra quando crocifissero Gesù, fece scavare in quel luogo preciso e, sotto parecchi metri di terra, furono ritrovate le tre croci di quella tragica crocifissione. Si pose subito il problema: quali delle tre era quella di Gesù? Qualcuno ebbe l’idea di farlo dire allo stesso legno.Ricomposte così le tre croci, una accanto all’altra, si fece stendere su di esse un paralitico il quale, dopo essersi disteso sulle altre due senza che succedesse nulla, quando si distese sulla terza subito fu sanato della sua malattia e incominciò a camminare e a saltare per la gioia. Ovviamente, quella fu considerata la vera croce di Gesù. Vera o falsa che sia, questo racconta la tradizione. Il 14 settembre ci ripropone ogni anno il valore salvifico della croce.
Da allora cominciò a crescere la devozione a questo tetro simbolo di morte, diventato da allora luminoso simbolo di vita e di salvezza. Tutto il territorio europeo fu punteggiato di croci dappertutto.
Ma c’è un solo posto dove Gesù vorrebbe soprattutto essere: il nostro cuore, come regnò in quello di Madre Teresa di Calcutta. Letit be. Così sia.
Don Antonio