Ieri sera concludevo la mia “buonanotte” annunciandovi un seguito che conteneva un avvertimento: domani vi dirò cos’è che mi preoccupa nel nostro cristianesimo, oggi. Ora manterrò la parola.
Ricordate? Concludevo dicendo che la festa cristiana dell’Assunzione aveva assorbito la festa pagana delle Ferie Augustèe. Ora invece è la società neo pagana che si riappropria di ciò che gli fu tolto. E questo non è un buon segno. È come quando un esercito abbandona posizioni che gli son costate già tanto sangue. Così per il Natale, per la Pasqua e tutte le altre feste: dalle più grandi alle singole domeniche: tutte diventate occasioni di gite, scampagnate, sport, viaggi e settimane di tutti i colori. La messa? Ma va! Le feste son fatte per riposarsi o divertirsi, non per annoiarsi in chiesa.
Così, rapidamente, la civiltà cristiana sta cedendo il posto a una civiltà neo pagana di nuovo conio, dal cui cielo è stato cancellato, anzi strappato a forza, Dio.
Sarà mai possibile ridare forza alla domenica cristiana? Io credo di sì, ma solo a una condizione che assai difficilmente la Chiesa di oggi saprà accettare. Si può solo sperare su quella di domani.
Di quale condizione parlo? Di questa: che la Chiesa rinunci al tabù della domenica come unico giorno del Signore e della comunità, per accettare di adattarsi alla realtà di un mondo in cui i calendari non li fissa più la Chiesa, ma la società civile, l’unica che oggi può farlo. Ciò significa che la Chiesa dovrebbe saper rendere duttile il suo precetto, affinché, fermo restando che il giorno del Signore, per la comunità, resterà sempre la domenica, si lasceranno liberi i fedeli, di decidere essi stessi, caso per caso, di quale giorno in “questa” settimana fare ciascuno il “suo giorno del Signore”. Utopia? Forse. Personalmente penso che non finirà questo secolo che questa intuizione sarà divenuta realtà.
Scommettere non posso. Nel 2100, “forse” sarò già in congedo.
Don Antonio
Venerdì 19 Agosto 2016 – La buonanotte di don Antonio
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