Oggi 2 agosto, ad Assisi è giorno di grande festa.
È il giorno del “perdono d’Assisi”, una forma di
indulgenza plenaria più antica ancora del Giubileo, Il medioevo si avviava verso la sua fine,
Ma non sarebbe morto senza strappi e urti dolorosissimi.
Era l’età delle crociate, quelle che tutti conoscono per essere state vere e proprie guerre senza sconti per nessuno, con tutti i massacri e le mascalzonate che una guerra, qualunque guerra comporta, da una parte e dall’altra.
Ciò che attirava in particolare poveri e nobili a partecipare, era la promessa che chi vi avesse partecipato e fosse arrivato a venerare il Santo Sepolcro di Cristo, avrebbe ricevuto il perdono immediato e totale di tutti i suoi peccati, anche i più gravi; e con il perdono, gli sarebbero stati risparmiati sia l’inferno, sia il purgatorio.
La prima crociata (1096-1099) fu l’unica che riuscì nel suo intento. Tutte le altre sei fallirono e furono causa di delusioni e stragi.
Ma il desiderio di perdono trovò anche altri sbocchi: prima il perdono d’Assisi, concesso ai frati e al convento della Porziuncola da papa Onorio III (1216; ottocento anni fa).
Alla fine dello stesso secolo (1294), un altro papa, Celestino V, eletto a Perugia, introdusse una giornata di indulgenza plenaria per chi avesse visitato, il 28 agosto, la chiesa di Collemaggio all’Aquila.
Infine sei anni più tardi, Bonifacio VIII, pensò di indire un intero anno da dedicare alla penitenza e a un pellegrinaggio a Roma, per permettere a tutti di “lucrare” (io detesto questo termine troppo venale), l’indulgenza plenaria. Fu un successo grandioso, l’Europa intera si mise in cammino: sovrani, nobili e gente comune si fecero pellegrini.
Quell’aspirazione di perdono dura ancora. E ha conquistato anche noi. A modo nostro lo siamo diventati anche noi, che Dio ci benedica tutti.
Don Antonio
Oggi 2 agosto, ad Assisi è giorno di grande festa.
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