Ho sempre coltivato dei sogni, pur non essendo mai stato un sognatore. Il sogno mi ha sempre aiutato a vivere, a formulare propositi, ad assumermi impegni, a dare un senso alle mie giornate. Anche quando quei sogni si spegnevano prima ancora dell’alba, cioè prima ancora di riuscire a segnare la mia vita, la forza e la bellezza di quei sogni bastava a sostenermi quando la realtà mi opponeva il suo freddo rifiuto.
Questo mi accade ancora, e spesso anche! Con una sola differenza: che prima i miei sogni erano sempre protesi in avanti, al futuro: oggi mi accade sempre più spesso di rivedere nei sogni il mio passato.
E ma anche così, essi sono sempre una festa per me. Esso, il sogno, è lì, vivo, palpitante, con i suoi volti, i suoi suoni, le sue parole, i suoi sorrisi, a volte con le sue lacrime. Rivivo le speranze, i desideri, i propositi, i sogni di allora. A volte chiedo aiuto alle foto, altre alla musica, altre alla memoria pura.
Così, io non mi sento mai solo, e mia solitudine è ciò che più riempie di presenze la mia vita.
Poi arriva il momento di pensare a Lui, a Chi tutto questo bene mi ha dato e il sogno si fa preghiera, azione di grazia, e gioia. Gioia pura, purissima.
Non chiedetemi se mai quelle cose oggi mi mancano: dovrei dirvi di no. Anzi, aggiungerei che sono quasi più belle così, purificate da tutte le tristezze, le angosce, gli infortuni (proprio così, i piccoli infortuni di ognuno che ama qualcuno o qualcosa: malintesi, arrabbiature, fastidi, rimpianti… ) che poterono esserci allora).
Allora vorrei che la mia notte non finisse mai, e la prolungo spesso fin quasi all’alba, finché non crollo. Bello è poi anche il risveglio. In quei momenti non dico mai “peccato che non sia oggi, che non sia vero, che sia tutto passato, finito. Mai che io Gli domandi”perché me le hai tolte?”. Dico solo “Grazie, Signore, per avermele date. Perché è stato bello”.
Don Antonio… che vi benedice.