Qualcuno si ricorda di quando c’erano ancora le siepi?

Qualcuno si ricorda di quando c’erano ancora le siepi? Qualcuno allora mi chiederà: ”perché, adesso non ci sono più? Vieni allora a vedere la mia, e ti convincerai che le siepi ci sono ancora. Solo che non sono più come le vostre, tutte uguali: noi i nostri colori sono tanti, e tanto strani, che li chiamiamo con nomi che sembran formule algebriche. Così come i conti li facciamo mica con la tabellina pitagorica, ma col telefonino che ce l’abbiamo in mano anche quando dormiamo.

Bene, dovete sapere, cari super navigatissimi ragazzini di 7-10 anni, che al tempo della tabellina pitagorica cioè giusto fino a ‘na cinquantina d’anni) c’erano ancora le “siepi”. Ma attenti bene, non quelle che avete ancora attorno al vostro giardino: allora le siepi erano ragazzini come voi, anche un po’ più piccoli, diciamo da 3-4 fino a 7-8 anni d’età. Che c’entrano le siepi? Questo io non lo so perché proprio le siepi, ma si diceva per dire: “attenti a come parlate: ci sono i bambini”, e davanti ai bambini non si parla così. Mai!

E perché poi? dite voi: Credete davvero che noi non sappiamo niente della vita? Che noi crediamo ancora d’esser nati sotto un cavolo? Sì, certo il cavolo ci può stare, anche se noi lo chiamiamo in altro modo. Sveglia, vecchietti! Il mondo gira, i tempi cambiano, e soprattutto siamo noi che cambiamo. Oggi noi bambini i figli li facciamo anche a 10-13 anni e i maschietti, sempre un po’ più ritardati di noi, anche 13-15 anni. Noi non perdiamo tempo: non lo ricordate lo stornello romano di Gabriella Ferri, povera donna? “noi volemo divertirci, bere vino e fa l’ammore!”. E vi avvertiamo: “sarà dura riportarci indietro. Semo la mejo gioventù del pianeta e della storia: perciò fàtece largo che passamo noi!
E noi vecchi diremo: poveri voi! Buon Dio pensaci tu!
Don Antonio

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