I. Tutte le cose nuove sulla terra e nel cielo e nel cuore inaridito dell’uomo.
Una promessa è apparsa come aurora nella tenebra fonda dell’angoscia.
Tutto, attorno, è fragore di guerra, pianto di bambini affamati, di donne violentate,
di corpi martoriati; voci di morte, lamenti, urla, pianti sul corpo della Madre Terra umiliata, colpita, violentata da quei figli che lei stessa ha nutrito: tragedia immane sotto un cielo sereno, impassibile al pianto, ai lutti e alla stessa morte dell’uomo.
II. Nuove tutte le cose ha promesso Dio
sulla terra e nel cielo e nel cuore dell’uomo; nuovo il pensiero e la mente e la lingua e le mani e gli occhi e il cuore e tutto nell’uomo.
Nuovo il pensiero per pensare solo secondo verità; nuova la mente per giudicare solo con giustizia; nuova la lingua per parlare solo con saggezza;
nuove le mani per costruire solo opere grandi; occhi nuovi che sappian preservare tutto il bello del mondo.
Nuovo anche il cuore come terra vergine da cui nascano solo frutti buoni per la vita dell’uomo.
III. Quando porterai, Signore, a compimento la tua promessa?
Ogni giorno guardiamo al vecchio ceppo per veder se la nuova gemma è già spuntata; ogni giorno guardiamo al secco rovo per veder se la rosa tenera è sbocciata; ogni giorno scrutiamo i campi arati per vedere se il grano è già comparso e sulla terra arida imploriamo la grazia della pioggia. Nella notte, all’angoscia che ci strugge, resistiamo gemendo, e t’invochiamo: Maranathà!
Vieni Signore, vieni: noi t’aspettiamo!
Vieni: noi t’imploriamo! Benedizione! Don Antonio