Signore, anche stanotte, m’addormenterò tranquillo
nel mio comodo letto, il cuore in pace.
Oggi, come sempre, ho lavorato, ho fatto il mio dovere.
Ora, chiuse porte e finestre, m’aspetta un letto
caldo, accogliente, dove, sotto le coperte,
ritroverò i miei ricordi sui quali mi fermerò, commosso,
a ricercare, a ritrovare, a rivivere:
ritroverò volti che non ci sono più,
risentirò parole che nessuno più mi dice
e carezze che più nessuno mi fa…
e non saranno cose morte, ma vive,
perché tutto ciò che è già stato vive ancora,
e tutto ciò che fu detto è detto ancora
e tutta la dolcezza delle carezze la sento viva ancora
sulle mie guance . E sarò ancora felice…
Allora chiuderò gli occhi e cercherò di dormire…
… Ma potrà anche essere che una mano malvagia,
della mia felicità invidiosa, spalanchi le finestre
al vento freddo e alle tenebre esterne,
e l’ululato del vento porti a me i lamenti di Homs, di Aleppo,
di Parigi e Bruxelles, di Tunisi e di Lesbo
a ricordarmi che la mia felicità non è di tutti,
forse è anche rubata, mentre altrove si soffre,
si ha paura… e si muore.
Per quei fratelli prego… e mentre prego m’addormento…
Nel cielo si disegna un’iride di pace…e una voce proclama:
«Ecco io faccio nuove tutte le cose»!
Oggi, Signore; oggi stesso! Domani potrebb’essere già tardi!
Don Antonio, che vi benedice tutti.