Dopo giorni di sangue e di schifi vari oggi avevo bisogno d’aria pulita, fresca,
e d’acqua pura di sorgente montana.
Ho trovato quel che cercavo nella preghiera delle lodi, nella memoria
tenera e gloriosa di santa Elisabetta d’Ungheria.
Mi sono subito rivisto nel suo castello, in Turingia, a Wartburg:
ai nostri piedi Eisenach e la casa di Bach, il divino organista.
Principessa dei poveri, figlia del Re d’Ungheria, data in sposa a 11 anni a un principe che l’amava e che morì giovanissimo, prima ancora di Lei, durante una crociata in Terra Santa,
che lasciava tre figli.
25 anni le son bastate per una gloria immortale.
Su quel monte anch’io ho respirato la Storia:
Martin Lutero che traduce la Bibbia e che dà forma al tedesco moderno.
Santa fra le più gradi e le più amate, di lei vi lascerò questo fioretto: di lei si narra che s’alzava presto la mattina e vestita d’umili panni andava nelle case dei poveri a portar cibi, a lavar piaghe, a consolar malati. Un giorno incontrò suo marito:
che porti in quella sporta? le chiese il marito. Pane rispose lei: e aprì la sporta.
C’erano solo rose. Il marito, buon cristiano anche lui. Lodò sua moglie.
Grazie anime sante, dell’aria buona che ci avete donato.
Don Antonio
Dopo giorno di sangue..
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