La buona notte n.2

Ave Maria! Quando su l’aure corre
l’umil saluto, i piccioli mortali
scovrono il capo, curvano la fronte
Dante ed Aroldo.

Una di flauti lenta melodia
passa invisibil fra la terra e il cielo:
spiriti forse che furon, che sono
e che saranno?
…….
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
roseo ’l tramonto ne l’azzurro sfuma,
mormoran gli alti vertici ondeggianti
Ave Maria. (Giosuè Carducci)

Stasera mi va di sedermi ai tuoi piedi, o Maria.
Soltanto per guardarti. E per sentirti parlare.
Come il Carducci: che diceva di non credere in Dio,
ma che amava cantarti con i suoi versi.
Te li cantò a Polenta, una piccola chiesa di Romagna.
Che ti vedeva passeggiare su pe’ cieli umbri,
le braccia adoranti in sul Bambino,
aprir con deità così gentile…
E dire che aveva anche scritto un Inno a Satana!
Poi ha incontrato Te, ha cantato anche te,
forse s’era un innamorato di te… e ha piantato Satana.
E tu te lo sei preso con te. In Paradiso.
Un giorno l’inviterò a vedere
il bel tempietto che ti abbiamo ridato.
Mi piacerebbe se ci scrivesse su una poesia?
Alla Madonna delle grazie di Casalina. Sì, suona bene.
Un’altra cosa: da quel tempietto accade ogni tanto
che anche qui s’innalzi verso te una di voci lenta melodia. Ascolta bene; sono i nostri spiriti
che furon, che sono e che saranno:
Vengono a dirti che un giorno arriveremo anche noi:
Non farci aspettare quel giorno:
Moriremmo tutti di paura!
Intanto, per stasera la benedizione daccela tu.
Vale più della mia.
E benedici anche me,
perché son quello che ne ha più bisogno. Ave Maria!
Don Antonio


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