Se questo è un uomo…


Devo l’idea di questo articolo a un servizio di oggi (ieri per chi mi legge), dedicato a cani e gatti deluxe. Apprendo con infinita goduria intellettuale e affettiva che finalmente anche i migliori amici dell’uomo potranno godere di tutti gli eccessi e le sconsiderate follie che gli umani, loro padroni hanno saputo inventare, senza vergognarsene, per loro.
un cane con gli occhiali da sole da cane«Udite, udite o rustici», cantava il donizzettiano ciarlatano ambulante Dulcamara ne L’elisir d’amore. Io mi accontento di un leggete, leggete provincialotti da strapazzo.
Snack per l’aperitivo del cane: happy hour e patatine sane e sfiziose (riducono la formazione del tartaro!); cuccette (pardon, lettiere) abbellite con Swarovsky e materassino con speciali grani assorbenti e antiodori per eventuali «anomalie urinarie» del fortunato fruitore.
Ciotoline ergonomiche per le prelibate leccornie.
«Diete personalizzate»: qui l’errore è del malnato giornalista che non sa adeguare il suo rozzo vocabolario all’importanza dell’argomento: doveva dire bestiolinizzate: cani e gatti infatti non sono persone.
Può bastare così: il mio stomaco sta reagendo male e la mia stessa coscienza si sta chiedendo se non abbiamo colpe anche noi, discepoli di Gesù di Nazaret. Ci dicono che gli animali di compagnia meritano lo stesso rispetto delle persone cui essi sono di compagnia e di conforto, e questo può essere giusto anche per noi, ma con le dovute proporzioni.
Perché una cosa è aver cura di un cane e di un gatto perché non abbiano a soffrire ingiustamente e una cosa è spendere per loro in frivolezze cifre che basterebbero a garantire la sopravvivenza a molti bambini o le cure per anziani e indigenti che non possono permettersele. un bambino che soffre di malnutrizioneQuand’ero ragazzo ho avuto in casa due cani e diversi gatti: mangiavano solo i nostri avanzi e bastavano loro per farci le feste: scodinzolando e saltandoci addosso i cani, venendoci a fare le fusa sulle ginocchia i gatti. E la loro cuccetta (un cestino con giusto qualcosa dentro), bastava a garantir loro sonni tranquilli.
A questo punto mi piacerebbe tanto sentir dire dai vescovi e magari da papa Francesco che Gesù ricordava alla donna cananea che i figli dell’uomo vengono prima dei cani («Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (Mc 7,27). Noi nella nostra grassa e crassa coscienza non sappiamo nemmeno più distinguere fra uomini e cani, fra uomini e gatti: ingrassiamo questi e lasciamo morire di fame gli uomini. E il bello è che ci sentiamo molto “francescani” perché amiamo tanto gli animali. Peccato che ci scordiamo sempre di baciare i lebbrosi.

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3 risposte a “Se questo è un uomo…”

  1. Gentilissimo Don Antonio,
    la Sua considerazione, condivisibilissima, mi ha fatto “felice”.
    Sul “Corriere del Giorno” il 3 Marzo 2013 e su “Gir Grottaglie In Rete” il 24 Aprile 2013 è stata pubblicata la mia seguente riflessione:
    L’”attenzione” per i cani.
    Non ho nulla da dire contro i cani, anzi. La realtà di oggi, però, a proposito dell’attenzione verso questi animali mi lascia perplesso. Camminando per il paese è facile trovare su alcuni marciapiedi, generalmente vicino ai bidoni della spazzatura, del mangiare specifico (e non solo) per cani, disposto con cura in piatti di plastica, all’”attenzione” di questi quadrupedi “amici dell’uomo”. Sempre camminando per il paese e sempre su alcuni marciapiedi è facile incontrare, anche, delle persone inginocchiate per terra che, tra le mani, hanno un piccolo cartone con la scritta: “Ho fame”. Alle volte la realtà è così “luminosa” che non ha senso aggiungere parole. Forse, ha senso ricordare quello che scriveva sant’ Ambrogio: “Noi soffriamo che i cani rimangono davanti alla nostra mensa senza mangiare e ne escludiamo gli uomini”.
    Leonardo D’Amicis

    • Grazie, caro Leonardo: però che tristezza. Se Ambrogio vivesse ora, penso che molti cristiani rimarrebbero fuori della Chiesa, come il grande vescovo di Milano comandò di fare all’imperatore Teodosio. Un sintomo di più del profondo disordine morale che si è impadronita della nostra decadente civiltà cristiana.
      Don Antonio

      • Gentilissimo Don Antonio,
        io credo che, non possiamo sapere come agirebbe il Vescovo Ambrogio oggi.
        Leonardo