No, caro Messori, questo non lo dovevi dire


Finalmente qualcuno ha parlato. Anzi hanno parlato in molti. Tardi, ma hanno parlato. E chiaro, anche. Una presa di posizione corale.
A cominciare dal papa: certi «mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto… anche a un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto, e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza». Da qui il monito: «Le istituzioni pubbliche e la societa’ devono ritrovare la loro ”anima” per ”dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica”.
Il card. Bertone, segretario di Stato: «La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione» le vicende che turbano la politica e l’intera società italiana»; anzi essa «spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica di ogni genere, in qualsiasi settore, amministrativo, politico o giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità…Credo che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere…
È appena il caso di sottolineare la perfetta concordanza delle preoccupazioni della Santa Sede con quelle espresse dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
L’Osservatore Romano si è limitato (si fa per dire) a fare suo, senza commenti, il monito del Quirinale sulla necessita di risolvere l’attuale crisi nelle giuste sedi competenti: davanti al giudice, in un giusto processo. E aggiunge che in Italia già esiste “il giusto processo”.
Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano della CEI: «Anche solo l’idea che l’uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora di prostituzione minorile, ferisce e sconvolge». E ancora: «Abbiamo bisogno di buoni esempi: i risultati della cattiva politica sono sotto gli occhi di tutti».
Famiglia Cristiana continua nella sua azione che spesso l’ha vista sola e quasi disapprovata da gran parte dell’establishment cattolico. Ora può dire a sé stessa: “avevamo ragione noi, anche quando i Vega e gli Sciortino erano i soli a parlare”.
Era ora! vien fatto di dire. Che i risultati siano “già sotto gli occhi di tutti”, ne è prova lo sconcerto di un mio affezionato lettore, intelligente e appassionato come pochi: egli si (o mi?) chiede se potrà mai «ascoltare (dal papa) parole precise, “urbi et orbi”, chiare e nette e indignate verso la nuova Babilonia, Arcore, e verso il “Drago”? O devo ancora contestualizzare, come fa Monsignor Fisichella? Il “Drago” è amato da ragazzine, fanciulle, adolescenti, madri, padri, fidanzati…, tutti cattolici battezzati che in lui si rappresentano e si sentono rappresentati». Questa è la vera tragedia, aggiungo io, la nuova eresia: ormai non ci sono più solo cristiani luterani, anglicani, ortodossi, ecc. Ora ci sono anche i cristiani berlusconiani. In Italia sono il 68%!!! Segni particolari? Servitori di Dio e di Mammona.
Grazie Angelo, il tuo schiaffo è duro, ma ci farà bene, come ci han fatto bene quelli che già c’erano arrivati da altri che, come te, s’indignano per quelle “contestualizzazioni” improvvide e, più recentemente, per avere, lo stesso prelato, dissertato sul ritrovato diritto del “Drago” di tornare a far la Comunione eucaristica, perché ormai non è più un divorziato risposato. Giusto: ora fa il sultano, e ai sultani è stato sempre lecito mantenere un gineceo: il Nostro l’ha sistemato all’Olgiatina, (ora ribattezzata l’Orgettina), opportunamente integrato da molte dozzine di odalische avventizie (tanto a sera); perché vuoi mettere quanto più casto e sobrio sia il bunga bunga, rispetto al carnale commercio con la signora Lario?
Ben tornata Chiesa all’esercizio del tuo ruolo profetico!
E tanto più mi ha fatto piacere risentire la sua voce, dopo che avevo letto l’intervista rilasciata da Vittorio Messori, il venerato portavoce se non proprio di Dio, almeno dei suoi ultimi vicari in terra, su il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi: che dite, sarà un caso?
Letto il titolo, l’avevi già letto tutto: «Un buon politico donnaiolo meglio d’un cattivo moralista» (mercoledì 19 gennaio).
Dal quale titolo noi siamo indotti a pensare che cattivi moralisti sono (dal più importante giù giù a tutti gli altri):
1. il papa Benedetto XVI; 2. il Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone; 3. il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, di cui conosceremo domani il giudizio, ma il cui tenore è già noto; 4. l’Osservatore romano, organo ufficiale della Santa Sede; 5. il direttore di Avvenire Marco Tarquinio: «anche solo l’idea che l’uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora di prostituzione minorile, ferisce e sconvolge»; 6. La Famiglia Cristiana, l’autorevole rivista dei Paolini.
Se questo è ciò che pensa veramente Messori, questa sarebbe una notizia.
È vero che i titoli sono spesso della redazione, ma renderci conto se il titolo è rispettoso del contenuto non è certo difficile.
Ecco allora un campionario di frasi fra virgolette di Messori, il quale, a ogni buon conto, si dice «allergico» a ogni moralismo.
«Resto sbalordito quando sento invocare un anatema o una scomunica della Chiesa su Berlusconi per le ben note vicende».
L’intervistatore chiede: chi potrebbe allora fargli la predica? Messori: «Il suo confessore, se ne ha uno. Ma non certo la Santa Sede».
L’intervistatore chiede: Lei non si scandalizza per ciò che è accaduto ed è uscito sui giornali?». Messori: «Cerco di guardare quanto è accaduto con realismo… La Chiesa non è autorizzata (SIC!) a lanciare anatemi contro un capo di Stato per la sua moralità privata.
Messori fa degli esempi: «Penso a due grandi ministri del re di Francia, entrambi cardinali: Richelieu e Mazzarino. Entrambi chicchieratissimi. Di Mazzarino si diceva che fosse l’amante della regina. Avevano entrambi un ruolo politico e la Chiesa non ha mai detto nulla sulla loro moralità, li ha giudicati nei loro atti politici». Beh! Ora capisco meglio la rivoluzione francese.
Messori fa anche il nome di Enrico VIII, «una specie di sessuomane fin da ragazzo, sciupafemnmine inveterato, e insignito del titolo di “difensore della fede”». Finché faceva il libertino, tutto bene: poi ripudiò la moglie e convolò a nuove nozze, e allora fu la scomunica. «Però fino a quel momento la sua immoralità privata non contrastava con quel titolo così importante e altisonante».
La finale è delle più (tristemente) esilaranti: lui, Messori, preferirebbe certo «un politico dalla vita privata irreprensibile e che fa buone leggi». Ma subito dopo, ahimè, ripiomba in confusione: «È certamente meglio un politico puttaniere ma che faccia buone leggi, di un notabile cattolicissimo che poi fa leggi contrarie alla Chiesa». E questo è un vero tonfo!
Sì, perché questa frase, conclusiva di tutta l’intervista, rivela tutto il suo retropensiero. Avesse detto: “che poi fa leggi contrarie alla coscienza, ai diritti umani universali”; avesse anche detto “alla legge morale cristiana o divina, o ai dieci comandamenti, o perfino alla legge morale della Chiesa”, magari con qualche puntino sulle “i”, si sarebbe potuto anche capire.
Ma dire così, brutalmente, “contrarie alla Chiesa” che vuol dire? Contrarie alla sua missione spirituale e pastorale, o contrarie, anche o forse soprattutto, ai suoi interessi temporali, a certi privilegi che, forse sacrosanti per l’etica di qualche secolo fa, possono esserlo oggi assai meno?
Perché se è dei primi che si parla, è un conto; se invece è dei privilegi che si tratta allora il giudizio non può che essere un altro.
E quello che più mi preoccupa è che forse non di un infortunio si tratti, ma proprio di un vizio di pensiero, perché, or non sono molti giorni, in un altro suo intervento, queste idee erano già presenti in filigrana. Pensai che forse avevo capito male io. Ma allora è proprio il suo pensiero che è sbagliato.
PS. Su La Stampa di oggi (sabato 22): i cattolici del PDL esortano alla cautela: diamoci un tempo per riflettere, lasciamo che la bufera si plachi, che il polverone si sedimenti: vedrete che passerà. Tra i firmatari Formigoni e Lupi (CL), Gasparri e Quagliariello, Sacconi e altri. La chiesa dei cristiano-berlusconiani ha battuto il suo primo colpo: il papa può aspettare.

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