Anche i politici hanno una morale. Tutta loro (Woody Allen)


E ora che in Parlamento hanno votato sì alla finanziaria, vorrei vuotarlo io il sacco. Il mio sacco. Che ce l’ho ben pieno.
Pieno di che? Di rabbia, of course. E un po’ anche di nausea. Forse anche di schifo. D’accordo, non è elegante. Ma le cose stanno proprio così.
Oggi non parlerò di politica, ma dei politici. Che son molto peggiori della politica che loro stessi fanno. Perché se la politica è tanto brutta, è perché tale la rendono loro, i politici.
La politica, in sé, sarebbe davvero una “nobile arte”, una delle più nobili in assoluto; che anzi, se in mano a politici altrettanto nobili, potrebbe anche aspirare a ottenere la palma dell’arte più nobile in assoluto. Ha un solo inconveniente: la politica non si fa da sola, ma ci vuole sempre qualcuno che la faccia; solo che chi la pratica, spesso, la nobiltà non sa neppure cosa sia.
Qualche nome? Ne farò pochi, anzi pochissimi. In assoluto i più grandi, i più amati.
Napolitano, per cominciare. Un campione di stile, di vera nobiltà. Un passato tormentato e lineare, a dimostrazione che anche quando era dalla parte “sbagliata” la sua intenzione era pura. Era lì perché in quel momento gli sembrava veramente il meglio che si potesse trovare sulla piazza. E quando si è accorto che le cose non erano come le pensava, ha fatto le sue scelte; e nella sua nuova posizione ha fatto tutto il meglio che gli era consentito di fare. Peccato che nel perorare giustamente l’approvazione di questa manovra, non si sia speso un po’ di più per renderla meno iniqua.
Ciampi. Un altro grande servitore dello Stato. È stato tutto: Governatore della Banca d’Italia, Primo Ministro, Capo dello Stato. Il popolo italiano si è riconosciuto in lui. È perfino riuscito a far amare e cantare Fratelli d’Italia alla nazionale di calcio, un’impresa quasi più difficile che far entrare l’Italia nell’Euro, che pure resta forse il più grande dei suoi meriti.
Pertini, del quale l’unica cosa che non apprezzo è stata la foga con la quale ha proceduto all’eliminazione di Mussolini. Non che il Duce non lo meritasse, ma un giusto processo, che probabilmente avrebbe avuto lo stesso esito, sarebbe stato immensamente più punitivo per il suo smisurato orgoglio di fondatore d’un impero e avrebbe avuto il merito di risparmiare all’Italia la vergogna di Piazzale Loreto.
Vogliamo aggiungere De Gasperi, tanto ché non si dica che ho citato solo Capi di Stato? Vogliamo citare anche Moro, visto come è morto? Però poi basta. Certo ce ne sarebbero altri, anche molti (ma sempre troppo pochi rispetto all’esercito di mezze figure che hanno bivaccato nei due rami del Parlamento in questi sessant’anni) ma non ne verrei più fuori.
Dunque l’hanno votata. A tempo di record anche. Il Presidentissimo (ben se lo merita Napolitano questo titolo) l’ha firmata a “spron battuto”. Non s’era mai visto. Chissà quanto dev’essere “cosa buona e giusta” questa manovra per riscuotere tanti consensi, ti vien fatto di pensare: la Borsa ha reagito bene già al solo annuncio che sarebbe stata votata entro venerdì. Poi vieni a sapere che in molti hanno seguito il consiglio di Montanelli: «turatevi il naso ma votate… SÌ». E hanno votato Sì.
L’hanno turato, hanno votato, e poi in molti sono corsi in bagno a vomitare. Io non ho votato, dunque non ho avuto bisogno di correre in bagno. Ma la nausea dentro ha preso anche me.
Ora però, per tutto quello che segue una premessa è necessario. Non sto parlando da politico, né di politica, anche se le cose che dirò hanno molto a che fare con la politica, con questa politica. Parlerò invece da “cristiano”, come un uomo cioè che nel Vangelo e nei suoi valori crede veramente. E che, sulla base di quello che predica il Vangelo, fa propri certi valori e altri li respinge.
Giusto un paio di esempi, appellandoci a riconosciuti campioni di quell’arroganza cialtrona della politica di basso conio di cui si parlava all’inizio. Rotondi: lasciate stare stipendi, benefit, vitalizi, pensioni, e tutto ciò serve a garantire il nostro futuro di pensionati d’oro, «se no i parlamentari potrebbero arrabbiarsi». E naturalmente hanno avuto ciò che chiedevano.
Ha alzato la voce anche la lobby dei grandi gruppi professionali rappresentati nel PdL: giù le mani dagli ordini professionali, se volete il nostro voto. Provate a indovinare come è finita.
Poi, qua e là, qualche quisquiglia nei due o tre giorni di dibattito alle Camere s’è ottenuta e così è stata varata una finanziaria che ha messo tutti d’accordo: i ricchi possono dormire tranquilli; tutti gli altri, “chi se ne frega”! Una filosofia che ha un ascendente nobile: il Marchese del Grillo by Mario Monicelli &Alberto Sordi. L’unica filosofia che certo mondo politico riconosce.
In realtà l’Italia può permetterselo, potendo rivendicare un Parlamento che se si riducesse di metà varrebbe almeno il doppio. Togliendo ancora, varrebbe ancora di più.
E poi: l’Italia ha la politica più cara d’Europa? Non vorrai mica sopprimere i diritti acquisiti in sessanta gloriosi anni di caccia ai privilegi!?
Gli stipendi ai parlamentari più alti d’Europa? Non si potrà dire che l’Italia è sempre il fanalino di coda.
Il più vasto parco di auto blu di tutta Europa? Per essere più pronti a correre dove il dovere ti chiama.
Treni aerei macchine taxi a volontà? Bisogna bene che ci facciamo vedere dal popolo che ci ha votato.
Portaborse e segretarie incorporate, ma con stipendio a carico dello Stato? Non vorrete mica che li prendiamo dai nostri miserabili 20.000 euro al mese (+ 35.000 per i ministri e non so quanti per i sottosegratari).
Aboliamo le Province? Scherziamo? E a chi lo diamo poi tutto quel ben di dio? E si potrebbe continuare.
C’è la crisi: «E il popolo che fa? Esulta» (Renato Rascel). Beh, adesso basta di esultare e incominci a pagare! Anche dalle più smunte mammelle qualche goccia di latte si può ancora spremere. Se no, che ci stanno a fare le mucche? Che se mangiano anche un po’ meno, tutto di guadagnato. Le crisi servono anche a questo: a far guadagnare montagne, fiumi di soldi a chi le sa cavalcare. E tra i politici c’è chi le sa cavalcare. Anche molto bene (idem don Abbondio sulla peste).
In questi ultimi giorni s’è parlato a più riprese di un movimento abbastanza vivace intorno a S.E. il Card. Tarcisio Bertone, il Numero 2 della Santa Sede. Oggetto: una misteriosa Cosa Bianca che già nel nome evoca un’altra mitica Balena Bianca, crudelmente arpionata dal capitano Achab dell’epoca, il pool Mani Pulite, la cui anima nera era quell’Antonio Di Pietro che continua a turbare i sonni di tanti nel Belpaese.
Sembra che sia in atto un’affannosa ricerca di laboratorio nella speranza di pervenire a una resurrezione, o almeno a una clonazione, che la riporti a solcare le stagnanti acque di questo “Mare Nostrum” sempre meno nostro e sempre più mare in tempesta.
Un tentativo che non mi piace per niente. Avremo ancora abbracci adulterini fra Politica e Chiesa? Avremmo ancora patteggiamenti tipo “tu dai una cosa a me, io dò una cosa a te”? Avremo ancora un sacco di Roma, tipo quello della devastazione cementizia dell’Agro romano nel secondo dopo guerra?
No grazie, risparmiatecelo. Non sappiamo se potremmo ancora sopportarlo? Chiudo con un rimpianto: se fosse la politica a fare i politici e non il contrario!

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