Non dare a Dio ciò che è dell’uomo


Appena ho saputo che l’assassino di mons. Luigi Padovese, trucidato a colpi di coltello dal suo autista e uomo di fiducia, aveva confessato con le parole «L’ho ucciso perché me l’ha ordinato Dio». mi son detto: ecco, ci risiamo.
Ma davvero porta tanto male credere in Dio? mi son dovuto chiedere. È proprio così iettatorio confidare in lui, se tanti dei suoi fedeli, in ogni parte del mondo, devono perdere ogni ben dell’intelletto e commettere delitti esecrabili, e tanti altri ci devono rimettere la vita?
E finché ad ucciderli sono gli altri, quelli che non credono in Dio, via! può anche starci, mi son detto. Che fra tanti atei onesti e rispettosi degli altri ci possa scappare anche un assassino, come si potrebbe escluderlo.
Ma quando chi uccide lo fa proprio gridando forte il nome di Dio, come fa il guerriero che si lancia all’assalto brandendo la sciabola o la scimitarra e grida con tutto il fiato che ha in corpo il nome del suo re o del suo condottiero, beh, allora qui mi sento un po’ perduto.
E poco importa che oggi a uccidere sia un islamico; ieri poté essere un ebreo, ieri l’altro un cristiano: un cattolico, un ortodosso un armeno. non fa differenza.
È allora che mi sorprendono pensieri dolorosi e mi tornano in mente parole che mi provocano domande che non possono non angosciarmi.
Domande come questa: da che viene all’uomo la sua straordinaria, diabolica abilità nel rendere malvagia ogni sua più bella invenzione? Quali delle sue, a volte strabilianti scoperte, l’uomo non ha saputo trasformare in altrettanti micidiali ordigni di distruzione e di morte? La storia della civiltà umana ne è piena e l’elenco sarebbe infinito. Impegnato da sempre a rendere più comodamente abitabile il pianeta, egli si impegna con altrettanto zelo a danneggiarlo e a distruggerlo.
Quando non aveva di meglio, l’uomo si accontentò dei bastoni (Caino), delle pietre, del fuoco, per combattere e per uccidere. Poi ha inventato le armi, per uccidere meglio e più in fretta. Della sua intelligenza, causa di ogni suo progresso, ha saputo usare anche per distruggere l’ambiente in cui vive. L’uso bellico dell’energia atomica ha preceduto ogni suo uso pacifico; lo stesso progresso tecnologico a uso civile deve molto all’arte della guerra.
Allora mi sono tornati alla mente i dolentissimi versi d’un giovanissimo poeta inglese, Wilfred Owen, mandato a fare il soldato in Africa, dove ha trovato la morte all’età di 24 anni. Era soldato e doveva fare la guerra; invece di scrivere versi, doveva sparare su altri uomini, che non gli avevan fatto niente di male. E ciò gli sembrò insopportabile. Così ebbe un’intuizione grandiosa e atroce allo stesso tempo: stravolgere il mito del patriarca Abramo per rendercelo nella versione goyesca di Saturno che divora i suoi figli.

Così Abramo si alzò/
spaccò la legna per il sacrificio,/
prese con se il fuoco e un coltello,/
e partì (con il figlioletto Isacco),/
e quando essi giunsero (sul luogo),/
Isacco, il suo primogenito, disse: Padre mio,/
Ecco la legna, il fuoco e il coltello
ma dov’è l’agnello per l’olocausto?
Ma Abramo legò il giovinetto con cinghie e bende,/
ed estrasse il coltello per colpire suo figlio;/
quand’ecco un angelo lo chiamò dal cielo/
dicendo: Fermati, e non stendere la tua mano/
sopra il regazzo e non fargli del male./
Ecco un ariete, impigliato nella macchia con le corna,/
offri l’ariete al suo posto./
Ma il vecchio non volle fare così,/
e uccise il suo figlio/
e il seme di mezza Europa, uno a uno.

Leggendo questi versi strazianti mi son venute in mente certe parole dei nostri canti della Grande Guerra, e certe immagini di documentari della ritirata delle truppe italiane dal Don. Chi muore in guerra, muore dovunque allo stesso modo. Non mi pare c’entrasse molto la fede in Dio. Che non vuol dire che non esista una violenza di matrice religiosa.
Di fronte a questa violenza indotta dallo zelo religioso, l’atteggiamento dell’ateo (colui che non crede in Dio) evolve facilmente in anti-teismo, sentimento di rifiuto e anzi di impegno “anti”, contro Dio. Dio va cancellato dalla storia dell’uomo, in quanto fonte di alienazione e sorgente di fanatismo che può anche diventare facilmente omicida.
Dio, allora, va combattuto, e per quanto possibile eliminato, al preciso scopo di togliere all’uomo una delle principali cause di tensione e di minaccia alla pace tra i popoli e fra le diverse etnie presenti all’interno di una stessa nazione o stato. Sbarazzato il terreno dalla competizione fra i diversi culti, sarà più facile trovare linee comuni e praticabili da tutti. Così parlò Richard Dawkins, il nuovo Zaratustra.
Ma bisognerebbe prima dimostrare che si litiga e ci si ammazza solo per motivi di fede. Perché, se l’unico modo di eliminare le tensioni fosse di abolire l’istituto che gli sovrintende, perché allora non abolire le Borse, le Banche, e tutto ciò che ha attinenza al mondo della finanza? Non è proprio la brama di ricchezza che ne costituisce la ragione stessa di esistere? E non è proprio quella brama che il sommo Virgilio chiama e consacra per sempre come l’«auri sacra fames» (Eneide, 6, 56-7), quella fame, (bramosia, ingordigia) che potremmo anche tradurre, con molta libertà, l’esecranda religione dell’oro? E si badi: Virgilio era un pagano e Gesù non era ancora nato e non aveva ancora pronunciato il suo terribile «guai a voi ricchi!» (Lc 6,24)! Potrei continuare con decine di altri esempi, ma preferisco indugiare su questo.
La brama di denaro, il suo accumulo. e la ricchezza che ne consegue, ricevono nel Vangelo e proprio per bocca di Gesù un nome che a noi suona un po’ strano: Mammona (Mt 6,24; Lc 16,13). È l’equivalente aramaico per ricchezza, ma con un qualcosa in più: In questo caso la ricchezza non è solo il denaro accumulato, ma è il denaro bramato, desiderato, cercato in tutti modi e in tutte le direzioni; Mammona è la ricchezza che diventa idolo. In quanto idolo, Mammona si fa, come ogni idolo, nostro “dominus”, un padrone esigente, geloso che ci chiede devozione assoluta, cieca, e obbedienza incondizionata. Non ammette scrupoli di coscienza. E come è spesso stato per i culti pagani, l’uomo è stato spesso disposto a offrire sacrifici umani. È quello che avviene ogni giorno sugli innumerevoli altari di Mammona. Quello che il Dio di Abramo aveva rifiutato è quello che il vecchio folle Abramo ha voluto invece moltiplicare per i figli di mezza Europa. Ma la follia dell’uomo non possiamo imputarla a Dio.

Notare che i giornali del giorno dopo riportavano che l’assassino era stato inteso gridare “Allah lo vuole”

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