Venerdì 7 Ottobre 2016 – La buonanotte di don Antonio


Ieri sera, parlandovi del musical “Aggiungi un posto a tavola”, mi è venuta una gran voglia di rivederlo, e subito me la sono cavata. All’una e mezza circa sono andato a letto.
Ancora una volta mi sono divertito molto e, ancora una volta, sono andato a dormire con un fastidioso amaro in bocca. Tutto quel gran parlare di Dio, anzi, più ancora, tutto quel mettere in bocca a Dio le parole dell’uomo, mi ha prepotentemente richiamato alla mente il secondo comandamento “non nominare il nome di Dio invano”.
Nel musical invece il buon Dio viene semplicemente preso a pesci in faccia, facendogli dire cose talmente sciocche che nemmeno il più sciocco degli uomini potrebbe mai né pensare né dire. Un vecchio barbogio che prima promette sfracelli, poi passata la buriana, ritorna sui suoi passi, anzi sulla sua parola, contraddicendosi in tutto in un “volemose bene” generale. Per ragioni di brevità non entro nei particolari. Però lo spettacolo è assolutamente godibile e chi non ha le fisime che ho io, giustamente gli ha tributato, attraverso tutti questi anni, il plauso che si merita e che io stesso gli ho sempre accordato.
Io però resto qui a chiedermi perché e come ha potuto essere che noi siamo riusciti a rendere antipatico il Dio e Padre di Gesù Cristo al punto che la grande massa dei nostri cristiani ormai non vuol più sentir parlare né di Chiese, né di Cristi, né di Madonne, né tanto meno di preti. Si pensi solo a come nel musical viene trattato quell’orrenda figura di mostro con la porpora da cardinale.
Sarà possibile invertire questa tendenza suicida?
Certo se la Chiesa vuol sopravvivere, deve riuscirci.
E che Dio, quello vero (non quello del musical) l’aiuti, e la benedica.
Don Antonio