Una parola muore appena detta………


“Una parola muore appena detta: dice qualcuno.
Io dico che solo in quel momento comincia
a vivere”. (Emily Dickinson, 1830-1886).
Questa frase della grande poetessa americana,
Emily Dickinson, morì di nefrite a soli 55 anni, di cui quasi la metà passati nel chiuso della sua camera, al secondo piano della casa paterna. Una clausura volontaria, favorita da problemi di natura nervosa e da disturbi agli occhi..
Questa donna, considerata una delle più grandi poetesse del suo secolo, fuautrice di 1775 poesie, ma non ne vide mai pubblicata neppure una. La prima raccolta delle sue liriche apparve postuma solo quattro anni dopo la sua morte. Poi ne seguirono molte altre.
Ma una volta uscite, quelle parole seppero diventare tutto: canzoni, romanzi, film, telefilm, cinema, oggetto di studio approfondito, perfino libretto d’opera lirica. Questo per ciò che la parola può fare di bene.
Poi c’è il suo terribile potere di male. Vi citerò per questo, uno dei più grandi capolavori dell’opera lirica italiana: l’aria di don Basilio, dal Barbiere di Siviglia di Rossini:
“La calunnia è un venticello/un’auretta assai gentile
che insensibile, sottile/ leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra/ sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando:
nelle orecchie della gente/ s’introduce destramente
e le teste ed i cervelli/ fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo/
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco/vola già di loco in loco sembra il tuono….e produce un’esplosione
come un colpo di cannone
un tremuoto, un temporale/che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato/ avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello/per gran sorteva a crepar.
Capito amici che mi leggete. Anche questo è il terribile potere della parola umana e la sua forza distruttiva. Attenti bene, tutti!, quando ci vien voglia di dire: eh! Che vuoi che sia? Una parola! Appunto: una parola!
Don Antonio