La Festa di Sant’Anna


Oggi per me è festa grande. La festa di Sant’Anna.

Perché mia madre si chiamava Anna, e come già
vi ho spiegato l’8 maggio, per me la vera festa della mamma è stata sempre questa. E lo è tuttora.
Oggi questa di Sant’Anna nella mia parrocchia, come probabilmente in (quasi) tutte le parrocchie,
rurali e no, è un giorno come qualsiasi altro. Io stasera avevo alla messa 4 persone e sono certo che non sono stato il più povero di presenze nella mia zona pastorale.
La verità è che è cambiato il mondo. E stavolta non parlo per luoghi comuni, ma è una verità importante e profonda.
La verità è che la fortuna e la popolarità di quella festa, era tutta dovuta alla realtà del mondo contadino, che proprio in questo giorno celebrava una delle sue giornate di lavoro e di festa più importanti. I più anziani se lo ricorderanno certo: era la festa della battitura, con la grande macchina sull’aia a separare il grano dalla paglia e raccogliere questa sul pagliaio, dove due o tre uomini più esperti davano forma al pagliaio che alla fine pareva quasi un triregno, la corona a tre “piani” dei papi. E guai se pioveva o peggio ancora diluviava o tempestava. Allora erano scene di disperazione, perché l’intero raccolto era a rischio. Poi prima a pranzo, poi la sera era una strage di oche, come gli agnelli per pasqua, povere bestie!
E poi grandi ingozzate, e gradi sbornie, e grandi balli sull’aia fino a notte.
Questo accadeva a tempo nostro, così diverso e tanto migliore del nostro. Perché allora non si avevano soldi, ma l’allegria l’avevi dentro. Oggi i soldi ce l’hai, ma guarda un po’ come li usi.
Conclusione? “Don Anto’ sei diventato vecchio?”.
Non so… so solo che allora si stava peggio ma il cuore era migliore.
Che Dio ci perdoni e ci benedica tutti!
Don Antonio