Sabato 12 novembre – La buonanotte di don Antonio


Riprendiamo da oggi, finita la priorità Anno Santo, a muoverci con assai maggior libertà di temi e di soggetti.
Riflessioni “a soggetto”, spontanee, secondo che caso, cronaca, stato d’animo, capriccio, interesse momentaneo o profondo suggeriscono o comandano.
Comincerò con una frase celebre dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, che l’autore mette in bocca al povero don Abbondio, che ritroviamo verso la conclusione del romanzo, scampato alla terribile peste di Milano. Anche Renzo e Lucia sono sani e salvi. È morto invece Padre Cristoforo, e soprattutto è morto don Rodrigo, signorotto dissoluto, corrotto e corruttore, anima nera dell’intera storia.
Scampato alla peste don Abbondio era rimasto lo stesso fifone tremebondo che cerca ancora scuse per rimandare le temute nozze, finché non gli viene assicurato che Don Rodrigo è morto. Come liberato da un incubo, il vecchio prete vuole ha voglia pefino di filosofeggiare ed esce nella famosa frase: “È stata un gran flagello questa peste; ma è anche stata una scopa” (cap. 38) che anzi qualche volta ce ne vorrebbe anche qualcuna di più, sempre a rimanerne salvi, s’intende.
E ora siamo sinceri: quanti di noi la pensano allo stesso modo? E son viene la peste, ci penseremo noi con la forca, o il fucile, o la sedia elettrica…. Mentre Il nostro Dio ci fa sapere che Lui “ non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva”(cfr. Ez 33, 11).
È questo il Dio nel quale crediamo, il Dio di Gesù Cristo. Di questa fede viviamo, in questa fede speriamo, su questa fede riposa sicura la nostra speranza.
Nella quale vi benedico augurando a tutti una serena e felice notte. Don Antonio