Poter parlare poco…


Poter parlare poco, o essere quasi del tutto
senza voce, ha i suoi svantaggi, spesso anche molto pesanti, che non impediscono però d’aver qualche loro conforto e qualche loro vantaggio.
Accettando questa talvolta piccola, altre volte assai dura croce da portare, si perdono infatti molte occasioni di seminar del bene di dare un prezioso conforto ai delusi e ai sofferenti e di rendersi vicini a chi ha bisogno di consolazione e di aiuto.
Altre volte, invece, il silenzio forzato ci risparmia tante di quelle sciocchezze sempre pronte sulla lingua, che quasi solo per grazia divina possono venire di quando in quando trattenute, risparmiando a noi e alle nostre potenziali vittime, sconforto e amarezze.
Oggi, dopo molte settimane, la mia voce ha fatto qualche capriccio in meno. Ed è sembrata già grande cosa. Intanto è la preghiera a darmi tono, coraggio, e i tanti canti e preghiere di cui è ripieno il già da me detestatissimo You Tube, bastano ora a farmi capire che non c’è mai un limite né al “mai”, né al “sempre”.
Ed è di tale conforto quella preghiera notturna o/e mattutina, che ormai mi pare di non poter farne più a meno. Così ripeto spesso col salmo:
“In lui, nella sua pace, io dormirò e mi riposerò”. Sicuro come sono che Tu sarai con me. E con tutti quelli che condividono con noi la mia buona notte e la tua benedizione