Oggi m’è venuta sotto gli occhi una bellissima frase di Anna Frank, uno dei nomi più amati e più compianti al mondo, di non importa che razza, parte, nazione, lingua o religione.
Questa la frase:Chiunque è felice, farà felice anche gli altri.
Gli antichi filosofi dicevano che il bene è “diffusivo di sé”, cioè tende ad espandersi, a donarsi, a “contagiare”di sé tutte le cose con cui viene a contatto.
E quale bene è più grande della felicità?
Chi è felice sparge felicità e
chiunque entra in contatto con lui
ne resta contagiato.
Gli stessi filosofi dicevano anche che
“nessuno dà ciò che non ha”.
Come potrà dare felicità chi felice non è?
Penso a certe famiglie dove tutti urlano,
nessuno ride, molti piangono.
Più che una casa, un inferno.
“E qui comando io, e questa è casa mia”: queste parole, in bocca a Gigliola Cinquetti erano garbate e piacevoli, ma a sentirle dire da certe bocche, fanno vomitare.
Case rese un inferno da un energumeno
tanto crudele quanto stupido,
che non capirà mai che i demoni non sono
mai più felici dei dannati che torturano,
né i carnefici delle loro vittime.
Ci sarà mai qualcuno che riesca
a far capire che il carnefice non potrà più cancellare dalle sue mani il sangue del suo martire? Questo valeva
sul Calvario per Gesù, ad Auschwitz per Massimiliano Kolbe,
a Latina per Maria Goretti.
Da questi ducetti da strapazzo,
galletti senza cresta, salvaci Signore.
Don Antonio