Oggi è stato un bel giorno per chi ha potuto viverlo.
Già, perché anche altri avrebbero voluto e non han potuto:
il lavoro, il fresco dell’ inverno, che per quanto mite,
sempre un inverno è. A chi le gambe, a chi i piedi che dolgono;
un malato o un bambino in casa da assistere…
Per noi che c’eravamo, invece, la giornata è stata
“ricordatora”.
Il Cardinale ci ha visto arrivare, è entrato in chiesa con noi,
ha pregato con noi, e ha dato a noi la sua benedizione.
Ci ha detto che lo dirà anche al papa (che spione però!)
che nella sua diocesi, una sua parrocchia
tutti i giorni va a piedi al Santuario,“pellegrinando!”.
Ora vi prego: lasciatemi un po’ andare coi miei ricordi
più personali.
Mentre lui ci parlava i miei occhi hanno rivisto il Santuario
in quei terribili 6 e 8 settembre 1970: la devastazione,
lo sfregio, il sacrilegio di quell’orrendofurto.
E i sette anni della Chiesa chiusa, una “Casalina senz’ anima”,
e tutte le fatiche di tutti per rifarla più bella,
assai più bella di prima.
Allora mi son detto che forse non son vissuto
proprio proprio invano, se ora il Santuario è tanto bello
come mai lo era stato prima d’ora.
Merito grande dei ragazzi che oggi lì vivono
pregano lavorano e intanto si riabilitano?
Appunto: fu grande dono di Maria quell’idea
che mi colpì quella sera d’agosto (18-19) del 2007:
“Chiama don Lucio” mi diceva l’idea “e senti se si può fare”.
Lo chiamai. Mi rispose: “Si può fare”. E l’abbiam fatto.
“Dio ti benedica don Lucio, e Maria ti protegga.
E per quel dono grande che le facesti… ti salvi”.
Don Antonio