Non so se sapete…….


Non so se sapete perché il pettirosso ha quella macchia rossa sul gozzo e sullo sterno, subito sotto il becco.
Si racconta che quella macchia abbia a che fare col sangue di Gesù sulla croce. Dice che un passerotto, che andava in giro a cercare insetti per i suoi pulcini, passando a volo sul Golgota, abbia visto tre uomini in croce, ma uno solo coronato di spine. Gli si avvicinò per osservare meglio e vide che una spina gli pungeva una sopracciglia coprendogli l’occhio di sangue.
Ne provò pena, e tanto si dette da fare che riuscì a liberarlo della spina. Sembra che Gesù l’abbia ringraziato e benedetto.
Raccolto poi il suo bottino di cibo per i suoi pulcini, tornò al nido, ma nell’imbeccare i piccoli, li avrebbe tutti arrossati del sangue di Gesù. Da quel momento in poi quel passero si chiamò pettirosso. A memoria perenne.
Mica bella? A me piace. Per questo ve l’ho proposta. Però la bella favola deve insegnarci qualcosa. E tanto per stare in tema con l’anno della misericordia, dirò che quel pettirosso, assai più di molti di noi, aveva il cuore ricco di misericordia. Misericordia vuol dire compassione, e quel passerotto ebbe compassione di Gesù. Quel giorno era il venerdì santo, proprio il giorno in cui io vi scrivo, anche se molti di voi mi leggeranno solo domani. Ma non è il giorno che conta, ma il cuore. Oh se imparassimo anche noi ad aver compassione (misericordia) dei fratelli che stanno peggio di noi! Tra stasera e domani non staccate gli occhi dal Crocifisso e fate il conto di quanti crocifissi conoscete, e quanti Ce ne sono a voi vicini.
Se ognuno di noi proponesse di sfilare una spina da almeno uno di loro, sai che bella Pasqua sarebbe per noi e per loro!
Forza proviamoci. E Dio ci benedirà.
Don Antonio.