Mercoledì 24 Agosto 2016 – La buonanotte di don Antonio


Tutti noi l’abbiamo un po’ vissuta, fortunatamente da lontano,
la ma la notte di Amatrice e di Pescara del Tronto. L’abbiamo vissuta perché l’abbiamo sentita, perché ci ha svegliato, mettendoci paura. Non ne sapevamo ancora nulla, ma una cosa era certa: iernotte qualcuno avrebbe pianto. Una cifra sola un’ora fa i morti erano 73.
Quanti saranno alla fine? Non lo so; certo in estate quei paesetti quasi disabitati d’inverno, in estate si riempiono di “reduci”: gli inurbati che tornano al paesello. Che per quei tre mesi sono pieni di bambini affidati ai nonni.
E ora che la cosa ha assunto la dimensione della grande tragedia, si riaffaccia in noi la domanda: “Ma Dio dov’era, che pensava, che faceva, mentre la terra tremava?”.
La metterò così: in quei momenti Dio era, pensava e faceva giusto quello che faceva lassù, sul Calvario, quando noi gli uccidevamo suo Figlio: moriva per darci una speranza che non morisse con noi.
Perché in principio il male non c’era: è comparso nel mondo solo con l’apparire dell’uomo. Il male infatti è nato con noi e solo noi lo sappiamo fare in grande. E al mondo va bene così. Anzi appena appare un nemico del male, il mondo lo elimina. Il risultato? Se tu vorrai salvare i tuoi fratelli, il mondo ti vomiterà dalla sua bocca. Un esempio? Il terremoto de L’Aquila: la città stava crollando e gli sciacalli ridevano sotto le lenzuola. Perché si sa: gli sciacalli ridono.
Sicché anch’io rido di chi mi dice “io credo solo nell’uomo”. Ebbene: IO NO! Ne ho visto troppo di male fatto dall’uomo. Io credo ormai solo in quegli uomini che Dio ha raggiunto e salvato: Cottolengo, Damiano dei lebbrosi, Teresa di Calcutta, Dalai Lama, don Carlo Gnocchi, Bartolomeo Kolbe…
Gli altri? Per lo più dei quaquaraqua!
Don Antonio