Martedì 6 Dicembre 2016 – La buonanotte (quasi un buongiorno) di don Antonio


Cari Amici, brutto segno quando si cominciano a perdere i colpi e si menano botte a vuoto. Così stasera (ierisera) alle ore 20, la buonanotte era pronta, ma non so perché, il testo m’è scomparso da sotto gli occhi, nel senso che non l’ho trovato più. Ad ogni modo il brevissimo canto di Natale che vi propongo stasera, è uno dei più semplici, ma anche assai commovente pur nella sua estrema brevità e semplicità. Il titolo è fra i più semplici: In notte Placida.

In notte placida, per muto sentier,
dai campi del ciel è sceso l’Amor,
all’alme fedeli il Redentor !
Nell’aura è il palpito d’un grande mister:
del nuovo Israel è nato il Signor,
il fiore più bello dei nostri fior !
R.
Cantate, o popoli, gloria all’Altissimo
l’animo aprite a speranza ed amor !

Se l’aura è gelida, se fosco è il ciel,
oh, vieni al mio cuore, vieni a posar,
ti vò col mio amore riscaldar.
Se il fieno è rigido, se il vento è crudel,
un cuore che t’ama voglio a Te dar,
un cuor che Te brama, Gesù cullar.

Niente di sublime, d’accordo, eppure è così facile e viene così spontaneo cantarla che è ben difficile vedere che qualcuno dei presenti non muova almeno la bocca per unire la propria voce a quella degli altri presenti.
E che il Signore ci consenta, giunti a sera della nostra vita di poter continuare a cantarla col coro dei Angeli e dei Beati nel suo paradiso.
E perché tutti possiamo meritare di poterlo fare in eterno, vi benedico.
Don Antonio