Martedì 23 Agosto 2016 – La buonanotte di don Antonio


Chi non conosce “Azzurro”, una canzone che fu uno
dei più grandi successi del giovanissimo Celentano, e che tutta l’Italia ha cantato per decenni dovunque ci fosse gente vogliosa di cantare?
Mi viene in mente stasera, perché domenica ho pubblicato sul Nuovo Corriere Nazionale un articolo sulle chiese sempre più vuote di gente adulta ma soprattutto di bambini. Vi stupirete, ma secondo l’ISTAT, la categoria che ha perso più presenze in chiese negli ultimi anni sono proprio i bambini dai dodici anni in giù. Un calo di quanto? Tenetevi forte: il 52% in meno. Capìto? I vostri pargoli vanno in chiesa meno dei loro genitori e dei loro nonni e perfino dei vostri giovanotti e delle vostre ragazze. Chi l’avrebbe mai detto? Ma se tutte le domeniche vanno al catechismo e alla messa? Appunto vengono finché c’è il catechismo: poi appena arrivano le vacanze, “sciollicano” e li rivedi a settembre, per il nuovo anno catechistico. Poi fatta la cresima, non li vedi più proprio.
E che c’entra l’ Azzurro di Celentano? Solo per un accostamento: quando ero ragazzo io, il “priorato”,un piazzalotto interno alla casa del prete, era pieno di ragazzi, spesso senza nessun prete. Oggi gli oratori rischiano d’essere disertati proprio dai ragazzi, i quali, se ci vanno ancora è più che altro perché lì si gioca, si canta e si fanno feste. Quando, crescendo, si stancheranno anche di questo, non li vedrai più nemmeno lì. Mi rispondono: Don Antonio, ma son solo dei ragazzini! Lo so; ma so anche che dei ragazzini cresciuti male, saranno solo adulti venuti male. E io sono molto geloso dei “miei” ragazzi. Miei perché voi ma li affidate. E io voglio fare al meglio il mio lavoro.
Don Antonio che vi benedice tutti, anche quelli che dicono male di me.