Giovedì 17 Novembre 2016 – La buonanotte di don Antonio


Poi dice che il 17 porta male, E come? il 17 è oggi (ieri per chi mi leggerà domani), ed è il giorno benedetto di Santa Elisabetta d’Ungheria: chi potrebbe pensare che un tal giorno può portare iella? Non sarà mai.
Figlia del re Andrea d’Ungheria, nacque nel 1207. All’età di quattro anni fu promessa in sposa all’erede al titolo di Conte (langravio) di Turingia, il quale però morì prima di sposarla. Allora fu data in sposa al fratello del defunto, Ludovico IV. Da questo ebbe tre figli, due maschi e una femmina. Anche Ludovico morì però molto giovane.
Rimasta vedova, Elisabetta ruppe gli indugi e una volta assicurata la vita e l’educazione dei figli, si fece terziaria francescana, lasciò il bellissimo castello di Marburg e andò ad abitare nell’ospedale che lei stessa aveva fatto costruire, dove mori nel 1231. Ventiquattro anni in tutto fu la sua vita, ma le bastarono perché tutti avessero motivo di ricordarla, venerarla, amarla.
Un piccolo episodio per concludere con un lieve sorriso: un episodio che non saprei dirvi se è un fatto storico o un delizioso fioretto.
Si sa che la contessa era solita uscire dal castello di notte, camuffata da povera per andare a trovare i suoi poveri e i suoi malati. Una sera la fermarono i militari di ronda, che volevano sapere cosa aveva nel gran fagotto che portava sul grembo. “Cosa porti là dentro?” domandarono in malo modo. “Fiori” risponde la donna. “Facci vedere”. Elisabetta si raccomanda a Dio: apre il grembiule ed ecco che dentro ci son solo splendide rose profumatissime. Se è vero non lo so, ma bello lo è di certo. Anzi bellissimo.
Che santa Elisabetta ci benedica Lei, tutti, stasera.
Don Antonio