Giovedì 1 Settembre 2016 – La buonanotte di don Antonio


Se non avete mai visto il Crocifisso di Grünewald,
conservato nel museo di Colmar, Alsazia, andatelo a cercare in internet, digitando: Grünewald, crocifissione di Colmar.
Chi era Matthias Grünewald? Uno dei più grandi pittori tedeschi e non solo che la dipinse fra il 1512 e il 1516.
Pochissimi i personaggi: Gesù, sua Madre Maria, l’apostolo Giovanni, e Giovanni il battista.
Quello che subito colpisce in quel corpo martoriato, è il fatto che su quel corpo non c’è un centimetro quadrato dove l’occhio possa riposarsi da quell’orrore. Dovunque spine infilate nella carne, piaghe sanguinanti, una corona di spine che sembra la capigliatura di un’Erinni, che arriva a trafiggere anche le spalle e il petto. Gli occhi chiusi lo dicono già morto, ma la bocca… la bocca… la bocca!
Ecco: la bocca! Non la dimenticherete più. I denti, non più serrati, lasciano intravedere la lingua; e le labbra, bianche di una bava rappresa, sono lì a ricordarci il “sitio” (ho sete) inappagato del morente. E le mani con le dita contratte per le ferite dei chiodi, sembrano voler graffiare un cielo fattosi troppo lontano. E scendendo giù per il corpo, frammenti di spine o di punte della flagellazione e soprattutto un fiotto di sangue che sgorga impetuoso dalla ferita di lancia sul costato e scende giù fino all’anca.
Degli altri personaggi non dirò molto. A sinistra l’apostolo Giovanni sostiene una Maria molto improbabile nel suo abito bianco e tutta buttata all’indietro sul braccio del discepolo. Sulla destra un convenzionale Giovanni Battista indica nel Crocifisso l’Agnello che egli stesso aveva annunciato e che un piccolo agnello ai suoi piedi con una piccola croce fra le zampe vuol richiamare.
È a tutti loro che stasera chiedo di benedirci tutti.
Don Antonio