Benedetto l’uomo che confida nel Signore


Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso d’acqua:
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno della siccità non si dà pena,
non smette di produrre frutti. (Ger 17 5-8)
Ancora? Si chiederà forse qualcuno, magari deluso di questo mio appoggiarmi da qualche giorno sempre a un testo sacro, rinunciando a uno stile che aveva incontrato favore fra i lettori.
È che, come scriveva il saggio Qoelet, c’è un tempo per tutto sotto il sole: tempo di progettare e di tirar bilanci, tempo per tripudiare e tempo per esultare. Così anche per una vita.
Nel far bilanci e nello stenderli, conosceremo meglio i nostri errori e, se saremo intelligenti, sapremo dire: “da domani si cambia”.
Capita così anche nella vita, quando se ne traccia un bilancio. Dolce sarà sentirsi dire allora: “coraggio, non è mai troppo tardi per chi ha creduto all’Amore, per chi ha affondato le proprie radici nelle rive d’un corso d’acqua mai secco che bagna la Città di Dio.
Mai è troppo tardi per rimettersi sul sentiero che ci riporterà alla casa paterna che stoltamente abbandonammo per andarci a buttare in disperate avventure. La casa del Padre è sempre là che aspetta, aperta anche la notte per il figlio scapestrato che volesse tornare. Che se il Padre lo vedrà arrivare da lontano, scenderà lui stesso ad aprirgli e ad abbracciarlo e a ordinare la festa.
Questo è il Padre che io amo, al quale mi affido ciecamente, ché non mi dirà mai: tu fuori!
È questo il Dio che ora ci benedice tutti.
Don Antonio