Bakhita? Chi era costei?


Bakhita? Chi era costei? Una nera. Anzi una negra.
Una schiava per di più. Rapita alla sua famiglia quando aveva solo 8-9 anni. La sua patria il Sudan, la sua regione il Darfur. Come dire: peggio di così…!
Venduta schiava (già, perché allora gli schiavi si vendevano come le vacche e i buoi: la mamma a te, il padre a te, i figli ad altri ancora: tanto al chilo, proprio come i crauti della famosa canzone.
Bachita la comprò un ricco signorotto arabo, un vero mostro di crudeltà. Leggete questa: un giorno il padrone s’accorge che la sua schiavetta sta diventando donna. Che sia troppo bellina? Sa lui come rimediare. È la stessa Bachita che racconta:
“Un giorno il padrone mi chiamò. Io corsi da lui e come sempre mi inginocchiai. Egli prese i miei seni fra le mani e cominciò a torcermi le mammelle come fossero stracci lavati. Io svenni e quel giorno fui lasciata stare. Ma nei tre giorni successivi ritornò alla carica. Il padrone voleva sciogliere anche i più piccoli nodi. Ora io sono come una tavola liscia.”
C’è chi dice che bisognerebbe cancellare Dio dalla storia, per tutte le crudeltà che la Bibbia gli attribuisce. Sarà! Ma io vi lancio una sfida: Alzi la mano chi ha visto mai anche una volta sola Iddio che uccide anche un solo uomo. L’uomo invece lo fa tutti i giorni, a migliaia e migliaia ogni giorno, o anche molti di più.
E se invece di eliminare Dio, si volesse dare una ripassatina a quei mostri che chiamiamo UOMINI?
Caro Signore! Penso che stavolta, sarà dura anche per te metterci una pezza.
Ma se puoi, ricoprici ancora della tua benedizione!
Don Antonio